Sogni Proibiti
Data: 06/07/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... per niente piacevole.
Giorgio arrancava su di me, era diventato rosso, respirava rumorosamente mentre saliva il suo piacere. Ad un certo punto, disse: “Amò sto venendo”.
Istintivamente, mi tirai indietro. Un fiotto di liquido seminale mi colpì sul pube con una forza sorprendente. Arretrai ancora e mi affrettai a prendere l’asciugamano per pulirmi. Sapevo che se mi fosse venuto dentro sarei rimasta incinta.
Quella fu la mia prima volta.
Ci rivestimmo di fretta sentendo alcuni rumori provenire dal corridoio. Andammo via lasciando lì lenzuola e asciugamano.
Non rividi più Giorgio.
Non per ciò che successe, ma per ciò che disse ai suoi amici. Era normale per una ragazza della mia età farlo, ma non capivo perché tutti avrebbero dovuto saperlo.
Fu il mio primo, vero confronto con il mondo dei maschi.
Meschino, irrazionale, banale, al limite della cattiveria.
I maschi, cosi come noi femmine, erano in competizione. Ma in un genere di gara che coinvolge i cuori, ferisce altre anime. Sarà per cultura, per valori o per consuetudine, ma l’uomo che colleziona più donne desta l’invidia degli altri uomini. E, guarda caso, viene ambito dalle altre donne. È uno strano circolo vizioso e a pagarne il prezzo più alto sono le donne.
Avevo curiosità del sesso, ma nell’ambiente in cui vivevo erano in vigore regole non scritte che esigevano rispetto. Era un marchio di infamia essere considerata una zoccola. Qualche ragazza del liceo che si concedeva con più facilità ...
... veniva immediatamente bollata. E, quando passava, era un susseguirsi di risate maliziose, provocazioni allusive, offese a volte nemmeno tanto velate. Personalmente non lo capivo, non avrei voluto che arrivasse alle orecchie dei miei genitori che loro figlia era una zoccola. Visto poi che uno dei miei due fratelli frequentava la mia stessa scuola, avevo tutte le ragioni di contenere e secretare i miei desideri.
“Antonio...”, chiamai mio fratello che chiacchierava davanti al cancello con i suoi amici. Era un anno più piccolo di me, ma era più alto. Era molto protettivo e, quando aveva saputo di me e Giorgio, per poco non gli diede addosso. Non disse nulla ai nostri genitori, sapeva benissimo quali sarebbero state le conseguenze. Mia madre era una credente al limite del fanatismo e mio padre un bigotto. Avevano avuto tre figli che crescevano a costo di grandi sacrifici. Fortunatamente, mio padre benché ignorante aveva capito l’importanza degli studi ed era molto severo al proposito.
Dovevo stare attenta. Tutta la vita avrei dovuto stare attenta. Attenta a loro, all’amore che mi davano.
Mio fratello tornò a casa con me dopo essere passati al supermercato a sbrigare una commissione per mamma.
Mi toccavo molto in quel periodo, era un piacere cosi intenso che ci non avrei mai rinunciato. Le mie dita conoscevano il mio corpo. Ero una donna. Minuta, forse non bella, ma donna.
Mi masturbavo almeno una volta al giorno. A volte sotto la doccia. L’acqua scorreva sul mio corpo, ...