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Vacanze in montagna
Data: 05/07/2019, Categorie: Maturo Tabù Gay / Bisex Autore: Batman_112, Fonte: xHamster
... che cazzo!” sbottò Simonetta. Le mie mani ormai avevano colpito nel segno. Mi ero già infilato sotto alla sua gonna, scostato l'elastico degli slip e cominciato a carezzarle la vulva. Pelo rado ma morbidissimo la carezzai quel tanto che bastava finchè non arrivai alle piccole labbra della sua fichetta. Lei intanto mi aveva preso il cazzo in mano e me lo palpava esitando. Iniziai a sgrillettarla delicatamente e lei prese a segarmi il cazzo. Era un po' impacciata, non doveva averne presi molti, ma si divertiva questo era certo. Bastò poco. La gonna calò a terra insieme agli slip e restando in calze autoreggenti Simonetta divenne uno spettacolo. Me la misi in braccio guidandola perchè centrasse il mio cazzo al primo colpo. Presi a chiavarla per bene e intanto Roger che non si perdeva una scena se lo era tirato fuori a sua volta e si stava segando come un ossesso. Io gli feci segno di avvicinarsi mentre Simonetta non perdeva un colpo su e giù in braccio a me. Afferrai il cazzo di Roger “Vedi anche lui non scherza!” in effetti anche il mio amico aveva un bel cannone... Simonetta avvicinò appena il viso e io gli guidai sulle labbra il cazzo del mio amico. Senza esitazione lei glielo prese in bocca. Ce la chiavammo. Roger la prese a pecorina mentre io me lo facevo succhiare quindi ancora la presi io tenedola fra le mie braccia. Più ci davamo e più lei ci diceva “Ancora... ancora...”. La conclusione fu bellissima. Bellissima ma ...
... dolorosa (almeno per Simonetta) Roger se la stava ancora sbattendo lui sotto lei sopra quando nulla di meglio che che quel bel culetto alzato al vento per scaricare mezzo litro di sperma caldo. Si lamentò un po' all'inizio ma io ero pratico di culi ed entrai rendendole piano piano la cosa piacevole. Alla fine con due cazzi dentro Simonetta impazzì di piacere e noi sborrammo all'unisono riempiendole gli orifizi. La salutammo con un bacio. Ci avevamo dato così tanto che sembrava dovesse svenire da un momento all'altro. “Tornerete?”. “Stai tranquilla che fra una settimana, prima di scendere, passo di certo a salutarti” dissi io baciandola in bocca. Quando risalimmo in macchina avevamo almeno un ora di ritardo rispetto al previsto. Molto probabilmente Elide era già in pensiero. “Quando arriviamo vedrai che si incazza” disse Roger ficcandosi lo zaino in spalla. “Bhe dille che è stata colpa mia” proposi. “Servirebbe a poco -scosse la testa Roger- quella ci gode a triturarmi le palle. Tu piuttosto ce la fai a camminare non è che ti sei ammosciato le ginocchia con la barista?”. “Ma figurati. Non mi sono nemmeno tolto la voglia” risi io e con lo zaino ben legato sulle spalle lo seguii senza fatica in una marcia forzata di quasi due ore che alla fine ci condusse allo chalet tanto agognato. Forse era dovuto alla mia presenza ma Elide non fece troppe scene. Era vero che avevamo parecchio ritardo e che il cibo era già freddo ma doveva essere così contenta ...