1. Sodoma 2, il ritorno


    Data: 05/07/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... cero.
    
    Sciaaaaaaaaack!
    
    Mmmmmmmmmmmmmmm!
    
    Il colpo era stato ben assestato, l’avevo colpita appena sotto il cero. Lei aveva urlato gettando la testa indietro e saltellando sulle gambe. Quel saltello era di un erotismo unico. Sembrava che lo facesse per farmi eccitare. Sicuramente lei sbracava le gambe in tutta libertà, sapendo che le sue mosse mi eccitavano da morire, ma il dolore era autentico. Ed era quello che voleva. Attesi molto prima di dare il secondo colpo. E stavolta la colpii da dietro in modo che la frusta si abbattesse anche sul basso ventre.
    
    Mmmmmmmmmmmmmmmwww!
    
    Aveva urlato ancora dal dolore e dal piacere, con il culo che sembrava volesse tirare il cero come se fosse un sigaro.
    
    Mi potai davanti e diedi la stessa frustata da lì, in modo che lo scudiscio si scaricasse orizzontalmente sul culo.
    
    Sciaaaaaaaaaaaaack!
    
    MMMMMuuuuuuuuuuuuaaaaaaaaammmmmmm!
    
    Stavolta scosse la testa come per dire basta e allora mi avvicinai a lei e le abbassai il foulard.
    
    - Vuoi che smetta? – Le chiesi.
    
    Scosse la testa.
    
    - Vai avantiii! – Urlò. – Più forte!!!
    
    Le sistemai il foulard e mi rimisi al lavoro.
    
    La colpii ripetutamente con tutte le mie forze. Da dietro, da davanti, di traverso, da sopra, da sotto. Lei scalciava le gambe in una maniera sconsiderata, come se volesse eccitarmi con un balletto sadomaso sopraffino. Il cero stava nel culo a palesare la mia presenza, era il mio marchio di lavoro. La fiamma restava viva.
    
    La donna delle pulizie ...
    ... sarebbe impazzita a togliere la cera colata in terra.
    
    Dopo una decina di minuti, eravamo stanchi entrambi, mi avvicinai col mazzuolo e una salvietta. Le diedi un colpaccio al cero e le asciugai la figa.
    
    Poi le liberai le mani e la lasciai sdraiare a terra, facendo attenzione che non cadesse sul cero, che ormai era morbido ma non abbastanza. Si tolse il foulard. Riprendemmo fiato.
    
    - Ora ti sfilo il cero e ti inculo, – le dissi. – Alzati.
    
    Si alzò a fatica, ma quanto bastava poter far scendere il letto dalla parete. A quel punto si inginocchiò sul letto e si allargò le natiche con le mani, anche se non serviva. Afferrai con una cagna la parte che era rimasta del cero e piano piano gliela sfilai e la gettai a terra.
    
    A quel punto si sdraiò e riprese fiato. Ma subito dopo si mise un cuscino sotto il basso ventre, pronta per farsi sodomizzare.
    
    L’uccello capì al volo che era giunto il suo momento e mi face spogliare in un baleno. Mi portai sopra di lei, poggiai la cappella all’ano e, nonostante le mie dimensioni, scivolai dentro come un coltello caldo nel burro. Il cero aveva fatto un ottimo servizio.
    
    Venne analmente prima di me, dopodiché mollai l’uccello e lo lasciai scaricarsi nel retto in tutta libertà. Mi gettai sul letto, il riposo del guerriero.
    
    Si alzò e andò in bagno. Uscì in accappatoio.
    
    - Hai della cremina contro i segni delle frustate e il rossore della sodomia?
    
    - Sì, certo. Volevo dirtelo. Vieni giù, ti stendi sul lettino da massaggio che ti ...
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