1. PerdutaMente


    Data: 29/06/2019, Categorie: Etero Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu

    ... stupendo, il profumo che preferisco, aromi di cedro e di oriente, non indosso reggiseno, ma mi infilo direttamente sopra il mio abitino preferito per il sesso, di bianca stoffa leggera morbida, aderente, con dei motivi esili di oro e di nero. Sandali bianchi, che fasciano leggermente il piede, con il tacco alto, che fanno molto zoccola. Trucco leggero, mascara, matita, lucidalabbra mi prendo anche un ricambio, nel caso in cui stasera mi fermassi a dormire da qualche altra parte, o avessi freddo. Il giubbottino di jeans. Prendo un completo intimo di ricambio, e anche un vestitino più sobrio per stasera. Infilo tutto nello zainetto e vado, sono un po’ emozionata e mi tremano le gambe un misto di eccitazione e di paura, mi infilo in macchina, perché non so poi cosa farò stasera, anche se l’ultimo dei miei problemi in questo momento &egrave Matteo e l’idea di dover passare una serata con lui. Ogni mio pensiero &egrave occupato da Sergi. Ho voglia di lui, voglia e paura insieme, e non potrei mai rinunciare ad incontrarlo.
    
    Sono arrivata in zona, vicino al punto dell’appuntamento, sono un po’ in ritardo, cinque minuti, non di più, ma devo parcheggiare la macchina, e trovare un posteggio in zona &egrave un casino, Mi infilo dentro il parcheggio di un supermercato, prendo il bigliettino, che mi dà diritto a non pagare se faccio la spesa entro due ore. Esco in strada, e per quanto i sandali con il tacco alto non siano comodissimi, corro come una pazza, non voglio arrivare tardi. ...
    ... Quando arrivo nel punto indicato, laddove c’&egrave una piazza con all’interno un giardinetto e delle panchine, non vedo nessuno. Penso che lui non ci sia più, che magari si sarà scocciato per il mio ritardo, giro lo sguardo, e finalmente lo vedo, &egrave dall’altra parte della piazza, rispetto alla direzione in cui sono venuta e si sta sbracciando per farsi vedere, come a dire, vieni da questa parte. Indossa dei jeans strappati, che immagino sia quelli che si mette subito dopo il lavoro, e sopra un giubbottino di jeans a gilet, che gli lascia scoperte le braccia muscolose. Mi avvicino a lui, con un sorriso un po’ tirato, lui mi guarda con un mezzo sorriso, un po’ da carogna, un’espressione che non gli avevo ancora mai visto, ma che avevo solo intuito, alla fine dell’incontro rapido avuto ieri con lui dentro quel palazzo in costruzione. Non mi bacia neppure, ma fa un gesto eloquente come per dire seguimi. Cammina, qualche passo davanti a me, come se avesse paura che qualcuno ci possa vedere.
    
    E così entra, dentro un portone di una vecchia palazzina dall’intonaco scorticato, lascia il portone leggermente accostato, e mi fa entrare, limitandosi a dirmi sottovoce, dobbiamo fare silenzio, non conosco bene questa casa e potrebbero esserci anche altri. L’ingresso dell’edificio &egrave buio, con solo una luce bassa e triste, c’&egrave un odore forte di muffa e di chiuso e anche la scala, rivestita di una vecchia graniglia, &egrave poco illuminata. Lo seguo, stando sempre un passo ...
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