PerdutaMente
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu
... avvicina verso l’uscita, controlla che non ci sia nessuno dei paraggi che possa averci visto entrare lì dentro, e poi chiama a voce alta, e dice qualcosa in rumeno, ad alta voce, immagino che voglia dire, sono qua, arrivo subito. Quindi si avvicina a me, e mi dice: qui non si può stare, bisogna vedersi fuori di qui. Mi dà un bacio, frettoloso ma intenso, con vigore. Contemporaneamente, e in modo francamente eccessivo, mi palpa con forza il sedere, con un gesto molto volgare, anche nella sua espressione, mutata e diventata arrogante. Ci rivediamo, stai tranquilla, dobbiamo finire il discorso. Mi sento un po’ umiliata, gli dico, e dove? E lui, dimmelo tu, tu hai casa no, vivi da sola? Gli dico, a casa non posso, vediamoci una sera, quando vuoi anche domani. Lui annuisce, dice ok, dammi il numero. Mi chiede se ho una penna, ne prendo una dallo zainetto, gliela porgo e lui si scrive il mio numero sul braccio. Mi sento stupida, mentre gli detto il mio numero, in fondo non lo conosco. Cerco ancora un contatto col suo corpo, con la sua pelle, mentre lui si avvia verso l’uscita, cerco la sua mano, gli accarezzo le braccia, vorrei un altro bacio da lui, lui insiste a palparmi, il culo e il seno, senza nemmeno guardarmi, girando lo sguardo intorno per essere sicuro che nessuno ci abbia visti, come se mi fosse indifferente. Dice solo, andiamo via, qui non si può fare. Mentre esco, sul viottolo che conduce alla strada principale del cantiere, stando due passi dietro lui, lui grida ...
... qualcosa in rumeno, urlando verso un tetto. Poco dopo, in direzione opposta, vedo comparire Bianchi, l’ingegnere della ditta. Mi guarda con un’espressione strana, come se sospettasse qualcosa nel vedermi vicina a Sergi, ciao Simona, mi dice, che ci fai qua. Gli dico che gli ho portato una busta, da parte di Cosimo, e l’ho data alla sua collaboratrice. Ah, ok , risponde, e ora stavi dando un’occhiata un giro? Gli dico che ero semplicemente curiosa di vedere come avevano fatto alcune fondazioni sull’altro lato. Certo, hai fatto bene , mi dice. Ho il forte sospetto che abbia capito tutto, mi sento avvampare in volto e, per come mi conosco, sarò tutta rossa in faccia . Sergi nel frattempo si è allontanato, con grande naturalezza, come se si fosse trovato lì per caso. Bianchi gli dà un’occhiata, poi mi guarda negli occhi, mi dice, non voglio farmi gli affari tuoi, ma stai attenta a quello lì, è una testa calda, fa un sacco di casini . Sì infatti , è l’unica mia giustificazione, l’ho visto qui in giro e gli ho detto che non si sta in quel modo sul luogo di lavoro. Infatti, non va bene per niente, replica lui.
Rientro in ufficio, sono quasi le cinque, la Gianna non c’è già più. Mi rimetto al lavoro, Gabriele, come sempre, di spalle, non alza neppure la testa. Pochi secondi dopo, Cosimo piomba in stanza, agitatissimo. Perché tutto questo tempo Simona? Che ti è successo? Il motorino, rispondo, fa le bizze, è un po’ ingolfato, ci ho messo un sacco a ...