PerdutaMente
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu
... prendendomi gioco dei fighettini con i loro drink in mano e i loro ridicoli tentativi di imbroccare le ragazze. Quelli che ci provavano con me, regolarmente rimbalzavano, e così mi ero costruita la fama di una pazza eccentrica. E poi venne Abdou. Lui era stato carino, senza parlare, si era avvicinato come se volesse cercare un’empatia con me, con il modo con cui ballavo, e con grande naturalezza si era messo a fare un dialogo dei suoi movimenti con i miei. Era una cosa sensuale, affascinante, che aveva un non so che di primitivo. Abbiamo ballato così, a lungo, tutta la sera, come a lungo, senza parlare, siamo stati poi, a guardarci, a sorridere. E alla fine gli ho proposto io, perché non usciamo fuori, e lui mi ha detto bene, come ti chiami Abdou, mi ha detto. Simona, piacere.
Siamo usciti, e gli ho dato la mano, e l’ho accompagnato in silenzio lungo le strade della mia campagna, percorrendole da un lato diverso da quello che facevo di solito quando scendevo dal paese. Era la fine di maggio e sui campi coltivati a grano brillava la luce intermittente delle lucciole. Assieme a lui sono scesa, lungo i campi, caldi di passione e di desiderio. Lui mi ha detto ma non sei stanca, vuoi che torniamo indietro? L’ho baciato nelle labbra, quelle labbra sapevano di ciliegia. Ha intonato un canto del suo paese, con una voce bellissima, calda, e mi sembrava la voce stessa della natura. Sotto la grande quercia che sta in mezzo alla vigna di mio nonno, ci siamo spogliati, accarezzandoci ...
... e baciandoci, con una naturalezza che mi faceva piangere. Il suo corpo, muscoloso e magro, la sua pelle, di velluto. Provavo piacere solo nel carezzarlo. Il suo corpo, sopra il mio, e poi a fianco. Il suo sesso, l’unico organo maschile che abbia mai conosciuto capace di donare solo amore. L’odore dell’erba, Il rumore dei grilli, il sussurrare del vento sopra i campi e le fronde degli alberi. Il profumo del suo seme, come quello del grano appena raccolto. E l’amore, un amore infinito salire dentro l’anima mia, e riempirla tutta.
Giovedì mattina, sono le 7:15. Sono appena arrivata in ufficio, con molto anticipo, ma stamani mi toccava, è quello che Cosimo ha preteso ieri. Ho dormito a casa dei miei, nel tepore del letto della mia adolescenza. Appena in piedi la mamma mi ha preparato una spremuta di arance, che ho bevuto al volo, come facevo sempre negli anni del liceo, in cui lei si svegliava prima per prepararmi la spremuta o uno zabaione. Quindi sono uscita alle 6:40, in motorino, approfittando del poco traffico. Al mio arrivo, la porta dello studio è già aperta, non sono la prima, qualcuno è già arrivato. Appoggio le mie cose sulla scrivania, entro e dò un’occhiata alle altre stanze. C’è Cosimo, è nella sua stanza, e con lui c’è il professor Scarpi, addirittura, mattiniero come non mai. Mi saluta, è allegro, ciao Simona, e il suo tono cordiale mi toglie almeno dall’imbarazzo di dovermi sentire sotto esame, con lo sguardo e la voce ...