PerdutaMente
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu
... che sa veramente cosa farmi vedere, e io gli dico vedremo, uno dei prossimi giorni, volentieri. Stai attento alla tua sicurezza, gli ricordo.
Le quattro e mezzo, e sto rientrando nello studio, in macchina assieme a Cosimo. Lui è nervoso, gli gira veramente il cazzo si lamenta che questo è l’ennesimo cantiere in cui le cose non vanno, i lavori procedono a rilento, e ognuno fa il cazzo che gli pare, il titolare dell’impresa è uno che è amico del Professore, non gli si può dire niente e in queste condizioni lui non se la sente più di lavorare, di prendersi queste responsabilità. Mentre mi parla, nervosamente, quasi a voler ribadire la sua contrarietà, batte le mani sul volante. Ce l’ha con Scarpi, dice che ha abbandonato lo studio a se stesso, ma nonostante questo vuole essere sempre lui a prendere l’ultima decisione, in questo modo non si cresce mai, si prendono solo i pesci in faccia, e lui così non sa se riuscirà a continuare. Non so perché mi dica questo, perché si sfoghi con me. Evidentemente sa che con me può parlare, nonostante io il professore lo veda un po’ più spesso, non solo nello studio dove ormai capita di rado, ma tutte le volte che vado a casa di Matteo. A un certo punto, dopo una pausa, mi chiede di Matteo. Oggi aveva l’esame di abilitazione gli dico, a quest’ora dovrebbe avere finito, penso che tra un po’ mi chiamerà per dirmi com’è andata. Dopo una pausa, mi chiede, in modo un po’ risentito, se ho capito cosa Matteo intenda ...
... fare nei prossimi mesi. Credo di sapere cosa voglia dire Cosimo, ha una paura matta che suo padre infili Matteo nello studio, e piano piano metta lui a comandare. Che poi in realtà, sarebbe proprio questa l’intenzione del Professore. Ma non quella di Matteo lui non vuol proprio fare l’architetto, o tantomeno lavorare in uno studio tecnico, lui vorrebbe fare la carriera universitaria, oppure andare all’estero, fare un dottorato di ricerca, o qualcosa del genere. Ma non mi va di riferire a Cosimo questi particolari, penso che non siano cazzi suoi. Gli rispondo, per quanto ne so è probabile che Matteo venga qui a lavorare. lo dico solo per farlo schiattare e lui, un po’ stizzito dice, non fraintendermi, Simona, io lo dico per lui, penso che lui non sia molto adatto per fare questo lavoro, è un ragazzo buono, ma per fare questo lavoro sai, ci vogliono i peli sullo stomaco. Mi viene il vomito ma lo lascio parlare, mentre guardo fuori dal finestrino, il sole caldo della primavera e i ragazzi sdraiati sulle panchine. Mi prende un magone, ho nostalgia della mia adolescenza, e se potessi tornerei indietro di 10 anni, quando finita la scuola, ai tempi del liceo, si stava sulle panchine a parlare con gli amici, sognando chissà quale futuro radioso, In fondo ho solo 26 anni, e mi chiedo come sia possibile essere arrivata a questo punto, che mi gira il cazzo già dal mattino, e devo avere a che fare con gente di merda. Quando torniamo allo studio mi siedo in stanza, con Gabriele, ...