1. TUTTO DENTRO DI ME


    Data: 22/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... Adesso alzati e poggia le mani su questa sedia! –
    
    Pensai: "Questo è proprio matto" eppure, con spavalderia ma con le gambe molli, non mi opposi e, lentamente, voltandogli le spalle e sbuffando, obbedii.
    
    - Alzati quella gonna ridicola sopra il culo e infilala nei collant! –
    
    Con la morte nel cuore e tanta rabbia, lo feci; quella strana impotenza e la mia mancanza di volontà mi fecero lacrimare.
    
    Con una canna sottile, per la prima volta in vita mia, ricevetti dei colpi sul culo. Quaranta nerbate. Le prime 20 con le calze ma senza mutandine, le altre sul sedere nudo.
    
    Lui colpiva sempre nello stesso posto, massacrandomi, finché il mio culo divenne rosso e poi blu.
    
    Mi costrinse a contare le botte che mi dava e dopo mi fece inginocchiare.
    
    Ancora una volta me lo mise in bocca e arrivò tutto dentro di me. Stavolta però, succhiai tutto con avidità. Ero perduta!
    
    Le gambe mi reggevano a malapena.
    
    La mattina, i segni sulle natiche si erano sbiaditi; poi svanirono e, dopo tre giorni, sentii il bisogno di prenderne ancora.
    
    Da quel momento diventai un oggetto nelle mani di Carlo.
    
    Sua moglie, ora collaborava: mi aiutava a prendere le posizioni più sconce, spesso mi legava e dopo che lui aveva finito, mi accarezzava e mi massaggiava con delle creme lenitive. Non ho mai capito cosa provasse quella donna.
    
    Carlo mi faceva spogliare, poi iniziava a colpirmi, spesso nella stanza da bagno, da dove se gridavo non si sentiva nel palazzo.
    
    Gli piaceva bagnarmi, ...
    ... prima, sia con l’acqua che con i suoi liquidi.
    
    Picchiava con la bacchetta, sottile e cattiva. Prendeva dappertutto, a volte si dedicava ai piedi e alle cosce, altre al culo e altre ancora ai seni, io mi ribellavo ma sapevo che era peggio.
    
    Delle sere ci chiudevamo in bagno e io mi mettevo nuda nella vasca, mentre lui sedeva su uno sgabello.
    
    La sua donna mi riempiva d’acqua tiepida con una grossa siringa, a volte l’ano altre volte la vagina. Mi gonfiavo tutta e dopo mi svuotavo nella vasca. La vergogna diventò parte del gioco dell’umiliazione.
    
    Peggio venivo trattata e più perdevo ogni rispetto di me stessa. Ricordo che i clisteri, non erano dolorosi ma mi debilitavano. Mi sorpresero perché non ne avevo mai ricevuto uno in vita mia.
    
    Era pazzo di me, glielo leggevo negli occhi.
    
    Alla fine di ogni “lezione” pretendeva sempre di venirmi tutto dentro: era la sua fissazione. Diceva che il suo sperma era una parte di lui che io dovevo portarla via con me.
    
    Un giorno la brama di farmi sua esplose. Sapeva che non mi piacevano gli aghi! La macchia di sangue sulla carne chiara mi sgomentava e potevo anche svenire.
    
    La sua mente perversa gli fece tentare l’indicibile: venne in un'ampolla, mentre mi tastava i seni e la vagina con la mano libera.
    
    Subito dopo, pretendeva di iniettarmi il seme, sospeso nella soluzione fisiologica direttamente in vena.
    
    Scappai via, ancora mezza nuda.
    
    Pioveva e, miracolosamente, la pioggia mi lavò di dosso quell'anno di follia.
    
    Ora ...