Hikikomori
Data: 20/06/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69
... mia risposta non fu per niente convincente per entrambi.
Dopo pranzo chiesi e ottenni di lasciarmi salire nel mio appartamento per giocare un po' da solo, in cambio della promessa che fossi ritornato in orario per cena. Ovviamente mi persi nei meandri dei pixel luminosi e lei dovette sollecitarmi al telefono. Spensi il computer nel solito modo ma, una scarica luminosa partì dal pulsante e fulminò totalmente il PC. Ero disperato, una disgrazia immane, i miei, esasperati dal mio uso compulsivo di quell'aggeggio infernale, non aspettavano che quell'occasione e non me ne avrebbero sicuramente comprato un altro. Tornai giù dalla portinaia con le lacrime agli occhi. Lei mi aprì più ubriaca di come l'avevo lasciata, indossava un baby doll trasparente e delle mutandine nere che non nascondevano praticamente nulla.
Mi chiese cosa avevo, mi lasciai andare in un pianto disperato.
Lei mi rassicurò, andò nella sua stanza e tornò con un desktop portatile in mano, molto più bello, nuovo e prestante del mio. Mi disse che me l'avrebbe regalato se avessi accettato di fare un gioco con lei. Chiedi di che gioco di trattasse e lei rispose che si trattava di un gioco di ruolo. Adoravo i giochi di ruolo. Solo che questo non era digitale, era completamente analogico. Non ebbi scelta se non quella di accettare.
Quando mi portò nella sua camera da letto, la cosa mi parve piuttosto strana, stupidamente e per totale ingenuità non capii cosa stesse accadendo. Tirò fuori, dal cassetto del suo ...
... comodino, quattro catenelle d'acciaio, alle cui estremità erano fissate delle manette, come quelle dei poliziotti. Le regole erano semplici: dovevamo farci una domanda a testa, chi non la sapeva si lasciava incatenare un braccio o una gamba, ad un pilastrino del letto. Chi non rispondeva a quattro domande perdeva doveva restare legato per mezz'ora a letto e poi doveva lavare i piatti. Mi parve subito un gioco stupido, di cui non capivo lo scopo, la cui sproporzionata ricompensa ne giustificava però, abbondantemente, la patetica recita. Strane le donne.
Renitente, accettai. La vecchia marpiona sembrava saperne una più del diavolo e, in un baleno, mi ritrovai incatenato al letto, mani e piedi, ad ICS, come Andrea sulla croce. Fu allora che il suo atteggiamento mutò di colpo. Da sorridente e gentile sì trasformò in un'iraconda arpia. Cominciò a sproloquiare sugli uomini e sulla loro codardia, sul fatto che lei avesse diritto a diventare madre prima di finire in menopausa e che si legittimasse il fatto di volerlo fare, proprio in quel momento, con me.
Prese una fune dall'armadio, la passò sotto il letto e sopra il mio addome, per immobilizzarmi il bacino. Ero terrorizzato. Poi prese una grossa forbice da sarta, io cominciai a dimenarmi e a urlare. Mi disse che, se non avessi smesso subito, me lo avrebbe tagliato via.
Tagliò i miei pantaloni e poi le mutande, me le sfilò da sotto il sedere. Tentai inutilmente di liberarmi dalle manette. Salì sul letto, tra le mie gambe, e ...