1. Hikikomori


    Data: 20/06/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69

    Fu quando la luce del monitor rimase la sola ad illuminare i miei occhi. Quando tagliai il nastro che avvolgeva le tapparelle per non alzarle mai più. Quando barattai il giorno con la notte eterna. Quando decisi di insinuarmi come un fantasma digitale, tra le anime senza corpo. Fu quando decisi di privarmi di ogni concreto analogismo per diventare puro algoritmo, che mi definirono Hikikomori. Mi piacque quel termine sembrava il nome di un personaggio dei miei giochi preferiti.
    
    Mia madre era spaventata, mio padre preoccupato e mio fratello faceva gridare le ragazze nella sua cameretta, adiacente alla mia. Tipo strano mio fratello, con il mito del proprio corpo e quella strana mania di frequentare quotidianamente una palestra dalla quale tornava quasi sempre con una ragazza nuova da portarsi in camera e maltrattare. Poverine, mi faceva impressione e una gran pena, sentirle urlare così. Sordi colpi ritmati facevano risuonare la tramezza della mia camera e i lamenti delle poverine, dapprima seguendo la stessa cadenza, si facevano sempre più acuti, per finire in urla continue e disperate. Poi tutto smetteva di colpo e i due, lo potevo sbirciare dalla mia porta socchiusa, se ne andavano via abbracciati. A volte avevo perfino la strana impressione che le disgraziate fossero perfino contente, mi sembrava avessero una faccia soddisfatta. Ch strano mio fratello, che strana la gente.
    
    Un giorno convinsi mia madre a comprarmi un paio di cuffie da gaming superfighe in cambio del ...
    ... mio impegno a scendere le scale che, dalla mia camera, portavano in soggiorno, per unirmi a loro, almeno in occasione del pranzo, invece di farmelo portare, come di consueto, direttamente in camera mia. Mi costò un enorme sacrificio, ma quelle cuffie erano troppo importanti per me. Avrei potuto continuare a giocare senza essere disturbato dalle urla strazianti delle povere vittime di quel carnefice palestrato di mio fratello.
    
    Il fatto che non uscissi mai dalla mia cameretta non escludeva per forza alcune sporadiche intrusioni del mondo reale nel mio mondo ideale. Un giorno, mio fratello, sì porto a casa due ragazze. Cominciò a picchiarle selvaggiamente. Indossai le cuffie per preservarmi da ogni contaminazione del mio metaverso. Quando, all'improvviso, approfittando della mia disattenzione nel dimenticarmi di chiudere la porta a chiave, una delle due malcapitate, irruppe nella mia bolla spaziotemporale. Violando spudoratamente la membrana della mia privacy, si sedette sul mio letto, proprio sulla faccia di Assassin Creed, incrociando le gambe, nella posizione del Loto, disse che voleva conoscere il fratello del suo amico.
    
    Non sentii una parola di quello che mi stava dicendo. Ricordo che aveva i capelli biondi lunghi, occhi azzurri è un viso d'angelo. Ricordo che, quella gonnellina plissettata scozzese si ritrasse fino all'altezza dell'inguine e come, quella posizione a gambe spalancate, mostrasse palesemente un paio di mutandine di pizzo bianco. Notai di come la cucitura ...
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