1. Hikikomori


    Data: 20/06/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Nepenthes, Fonte: Annunci69

    ... adolescente. Mi sono sempre piaciuti i videogiochi, come, penso, alla stragrande maggioranza dei miei coetanei. Per evitare che restassi troppo tempo attaccato allo schermo di un computer, mia mamma, che non poteva restare a casa per ovvie ragioni di lavoro, mi affidava alla portinaia del palazzo in cui vivevo. Era una vedova, amica di mia mamma, probabilmente sua coetanea. Mia mamma le aveva affidato il compito di badare a me dalle 13:30, ora in cui tornavo da scuola, fino alle 17, ora in cui lei tornava dal lavoro. I primi anni mi trattò come un bambino perché ero un bambino. Quando raggiunsi l'età di 16 anni, circa, i suoi atteggiamenti cambiarono, come i suoi sguardi, come gli argomenti su cui vertevano i suoi discorsi. Mia madre, prima di me, si era accorta di come questa signora, si fosse trasformata. Dal fatto che avesse un abbigliamento sempre più succinto e dal fatto che avesse cominciato a truccarsi. Fissava appuntamenti regolari dall'estetista e dal parrucchiere e aveva un atteggiamento adolescenziale, fuori luogo per la sua età. Quando mi vedeva arrivare, i suoi occhi, si illuminavano mi preparava deliziosi pranzetti, mi faceva sedere a tavola e cominciava con il terzo grado. Le sue domande erano sempre le stesse: chiedeva se avessi qualche simpatia particolare per qualche mia compagna di classe e se avessi già fatto l'amore con una ragazza. Io risponderò sempre di no semplicemente perché era la verità. Poi mi mostravo insofferente verso quel tipo di argomento e ...
    ... lei la smetteva. Un giorno i miei decisero di farsi un weekend a Venezia da soli, forse per recuperare una situazione intima che si era fatta un po' pesante, così chiesero alla portinaia se potesse ospitarmi per tutto il weekend, si trattava solo di farmi passare il sabato notte a casa sua. La portinaia ovviamente accettò, anzi, rincarò la dose consigliando i miei di partire direttamente il venerdì così avrebbero potuto farsi una notte in più, da soli, a Venezia. I miei accettarono il consiglio e così fecero. Quando il venerdì pomeriggio tornai da scuola, capii, dall'odore del suo alito, che la portinaia aveva bevuto dell'alcol. Non ci badai più di tanto. Disinibita dallo stato di ebbrezza in cui si trovava, la donna cominciò a parlare di peni, di vagina e di strano meccanismi atti alla riproduzione umana. Poi passò a raccontarmi dei suoi passati erotici e di quanto gli uomini fossero stronzi. Mi disse, incollerita, di quanto i maschi fossero codardi e si dileguassero non appena gli si proponesse di mettere su famiglia, per non parlare di avere dei figli. Più ne parlava più si arrabbiava. Io, imbarazzatissimo, continuavo a mangiare facendo finta di nulla. Ad un certo punto afferrò il mio polso e mi chiese se fossi stato disposto a fare l'amore con lei. Meravigliato e sorpreso dalla sua domanda le risposi di no. Che non mi interessava. Che non ero mai stato con una donna e non sapevo neanche come si facesse.
    
    Mi chiese se mi piacessero le donne. Me lo chiesi anch'io.
    
    E la ...
«1234...»