Lui e Maria contro Vanessa
Data: 15/06/2019,
Categorie:
Etero
Lesbo
Sesso di Gruppo
Autore: Passionalmente, Fonte: RaccontiMilu
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La tua aria da saputella mi attizza otto volte su dieci. Tranne quando esageri con la stessa ingenuità delle bimbe che non capiscono quando è l’ora di finirla e la stessa arroganza patronale della razza estinta delle aristocratiche. È nitroglicerina del nostro sesso. Lo sappiamo io, tu e Maria, la tua inseparabile amica. L’altra volta me l’hai confessato mentre sei venuta come una fontana. Le racconti tutto di noi, come lo facciamo, come ti sculaccio come impazziamo per il sesso anale. Mi hai pure detto che quella stronzetta ci invidia, anzi ti invidia. È un rapporto morboso il vostro, tu sei la poliziotta cattiva, lei quella buona. Meno bella di te, più timida, meno esperta, probabilmente vergine di culo, la prendi velatamente in giro anche davanti a me eppure… Sotto la scorza di impacciata deve nascondersi una belva assetata e perversa. È la terza volta che usiamo le manette, ogni volta fai di tutto per provocarmi, per farti punire. È come una giostra una volta che partiamo non decidiamo noi quando fermarci. La giornata è iniziata bene, il sesso di prima mattina, appena svegli, sotto le coperte, nudi, col freddo attorno. Dovremmo essere sazi invece. A meta mattina quando Maria è passata a trovarci non resisto, del resto ho il dubbio che mi abbia provocato quando ti sei abbassata per raccogliere i panni dalla lavatrice giusto quando lei ha suonato. Metterti il perzoma di pizzo nero sotto la tuta ...
... da casa. Che troia che sei. Intrattengo Maria, ci diamo il cambio, giusto il tempo di scambiare qualche battuta con lei e sentirmi canzonato sul fatto che mi stima perché non mi ha in mezzo per casa, controbatto che la cosa ha i suoi pregi che conosci benissimo, calcando il tono in maniera da far arrossire Maria, ma non mi degni di risposta, mantieni un contegno indifferente odioso ed eccitante al tempo stesso. Sento che abbassate il tono di voce e ridete. Ti odio, non te la faccio passare questa, te lo giuro. Con una scusa ti chiamo in cucina, ti spingo sul frigo, unisco i tuoi polsi le mani sulla testa tenendoli con una mano. Con l’altra scendo in mezzo alle tue gambe. Ficco a colpo sicuro due dita dentro te. Dentro una caverna liquefatta e calda. Lo sapevo, che troia. Alle tue orecchie il mio sussurro ti suona come un ringhio, “cosa dicevate con quell’altra troia, ridevate di me? Mi rispondi con uno sguardo beffardo. Scappuccio il clito e impugno il pistillo tra indice e pollice, stringendolo a intermittenza, quasi sincronizzato con le parole insistenti.” Dim-me-lo, dim-me-lo” te lo ripeto sei sette dieci volte e sono tante strizzate per quante sillabe. Non demordi, le tue pupille sono accese di piacere e avverto minore resistenza nelle tue braccia. Ok – ti propongo – allora lo chiediamo direttamente a Maria. Ti rilassi, forse credi di essertela cavata, nella dialettica mi sei quasi pari, riesci spesso a vincere. Credi che nella discussione a tre avresti la meglio. “Fallo ...