1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (8)


    Data: 08/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    MIA
    
    Ormai distribuivo svogliatamente e distrattamente gli opuscoli quando qualcuno mi si avvicinava. Persino quando mi scostavano il babydoll per guardarmi o palparmi il seno non avevo nessuna reazione. Qualcuno mi palpava le cosce, qualcun altro il seno, ma io ero distratta, pensavo all’incontro con Cosimo, anche se mi rendevo conto che il mio corpo rispondeva in modo inaspettato.
    
    Pensavo a Cosimo, pensavo che le mani che mi palpavano e che mi scostavano la scollatura fossero le sue, pensavo … pensavo … e mi sentivo sempre più eccitata. Possibile che persino quell’individuo tanto odiato mi eccitasse?
    
    Ero in un momento in cui la mia mente non ragionava più, al suo posto lo faceva il mio corpo desiderando persino di essere toccata da tutti quelli che entravano.
    
    Di tanto in tanto guardo verso la strada, nella speranza di vedere comparire Rodolfo, che mi venisse a prendere, che mi svegliasse da quella specie di stordimento, che mi dicesse “andiamo via” e mi portasse lontano.
    
    Lo so, la mia mente diceva tutto e il contrario di tutto. Desideravo continuare e desideravo smetterla. Il mio sesso stava reclamando la sua parte, ma la mia mente stava invece chiedendo e cercando una via di fuga.
    
    Finalmente vidi mio marito, era per strada insieme a Gaston e stavano avvicinandosi all’entrata. Mi sentivo quasi salva, almeno non ero più sola. Ma al tempo stesso ebbi paura che Gaston mi costringesse a fare chissà cos’altro ancora, con quel “siamo solo all’inizio” mi faceva ...
    ... paura, eppure ero stata davvero una puttana e mi sentivo di esserlo ancora. Cosa mai sarebbe successo in seguito?
    
    “Ecco la nostra cara moglie troia – mi disse col suo solito sorriso appena mi fu vicino – vieni, siamo ancora all’inizio, dobbiamo trovare qualcos’altro per te.”
    
    Ancora quella frase: “siamo solo all’inizio”, detta e ripetuta come a farmi capire che tutto quello che mi aveva fatto fare non era niente rispetto a quello che mi sarebbe aspettato. E aveva ragione.
    
    Facendomi cenno di seguirlo, Rodolfo tentò di prendermi per mano e con stizza mi sottrassi alla sua presa.
    
    “Mi hai lasciata qui sola e seminuda – gli dissi quasi con rabbia – cercavo un aiuto da parte tua, almeno una parola di conforto e invece tu hai continuato a trattarmi come una puttana. Se fossi stato presente avresti saputo affrontare Co… co – mi fermai un attimo prima di pronunciare quel nome – coloro che si divertivano con me guardandomi e palpandomi.”
    
    Non disse nulla e io, per allontanarmi da lui, fui costretta ad avvicinarmi a Gaston.
    
    Il silenzio di mio marito mi sembrò abbastanza eloquente, voleva che io continuassi a sottomettermi a Gaston, infatti mi sembrò addirittura compiaciuto che io mi avvicinassi a quell’uomo. Ma se gli avessi parlato di Cosimo? Avrebbe accettato lo stesso? Mi avrebbe lasciata diventare anche la puttana di Cosimo o peggio ancora la sua schiava? Sentii un tuffo al cuore, che cosa sarebbe stata la nostra vita una volta tornati in Italia?
    
    Presa da questi ...
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