L’ho spinta a tradire (racconto) parte 5
Data: 05/06/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
Per la ventesima volta ricominciai a leggere il primo paragrafo della pratica che avevo davanti senza riuscire a capirne una sola parola. Avevo dormito pochissimo, la sera precedente. Moira a letto mi aveva fatto fare gli straordinari, ma non si trattava solo di questo.
Avrei dovuto essere al settimo cielo, facevo sesso con l’intensità e la frequenza di un ragazzino che aveva appena scoperto la fica, ma nonostante tutto c’era qualcosa che non andava per il verso giusto.
«Hai l’aria malinconica» mi aveva detto Moira quella mattina mentre prendevamo un cappuccino al bar. «Ti ho fatto stancare troppo ieri sera?»
«Di quella fatica non mi stanco mai» avevo risposto, ed ero sincero. Moira mi aveva chiesto di incularla con violenza, e l’avevo sbattuta contro la testiera del letto per quasi mezz’ora senza smettere un momento di morderle le labbra e intrecciare la lingua con la sua, da dietro, godendo di quel corpo snello e definito da mezzofondista, con i muscoli scolpiti e lucidi di sudore.
«Sfondami senza pietà» mi aveva incitato, «fammi sentire quanto ti piace farmi il culo.»
Contemporaneamente si era infilata un vibratore nella fica, uno dei numerosi giocattoli che teneva nel comodino, in quello che lei chiamava il suo cassetto da porca, dentro cui conservava palline, vibratori e parecchi altri sex toys.
E quello era stato solo il primo round, concluso con un orgasmo da Guinness dei primati sia per me che per lei, che non si era preoccupata minimamente di ...
... nascondere agli altri inquilini del palazzo la sua soddisfazione.
Ci eravamo addormentati entrambi poco dopo, l’una nelle braccia dell’altro, ma verso mezzanotte mi ero svegliato con la bocca di Moira intorno al cazzo già in tiro.
Succhiava con passione facendo scorrere le labbra su e giù lungo l’asta fin quasi alla base, arrivando a lacrimare nello sforzo di prenderlo tutto in gola. Avevamo proseguito con un 69, io sotto lei sopra, variando l’intensità delle reciproche leccate per arrivare quasi contemporaneamente a godere l’uno nella bocca dell’altra.
Ma, nonostante tutto, quella mattina mi ero svegliato di umore grigio, come se un velo oscuro si fosse frapposto tra me e la luce del sole.
Avevo sorriso a Moira dicendole che era solo mancanza di sonno, nascondendo la bugia dietro la tazza orlata di schiuma.
Ero a casa sua da quasi due settimane, e ci divertivamo molto insieme, eppure dentro di me avvertivo un vuoto, un’assenza che, anche se cercavo di ignorarla, aveva esattamente la forma di Clelia, una sagoma dai bordi strappati come la fotografia che mi ero lasciato dietro quando ero andato via di casa.
Mi mancavano i piccoli gesti quotidiani, le abitudini condivise, le chiacchiere leggere e i film guardati insieme sul divano. Mi mancava anche il sesso con lei, forse meno intenso di quello che facevo con Moira, ma comunque bellissimo.
Negli ultimi mesi ero passato dall’eccitazione folle alla disperazione, scivolando attraverso tutte le sfumature intermedie. ...