1. La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 4


    Data: 05/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: duke69, Fonte: EroticiRacconti

    ... aperto, arrivò in prossimità del portoncino di ingresso e suonò il campanello.
    
    “Chi è?”
    
    “Sono Monica Valli”
    
    Si sentì il rumore del chiavistello e la porta si aprì. Monica fece due passi ed entrò all’interno, il sudore contraddistingueva l’odore di un appartamento sporco, con pareti bianche ammuffite e scalcinate.
    
    All’improvviso una voce profonda e rauca ruppe il silenzio e di fronte a lei si presentò un signore sulla sessantina, corpulento, calvo, alto circa 180cm e con indosso delle vecchie pantofole rosse, dei boxer bianchi e una canotta anch’essa bianca e madida di sudore.
    
    “Chi cazzo ti ha detto di entrare, puttana!”
    
    Monica non ebbe il tempo di rispondere che il tizio le diede un ceffone facendola crollare a terra. Immediatamente dopo chiuse la porta d’ingresso con tre mandate.
    
    “Stai in ginocchio troia! Dentro questa casa ti muoverai solo a quattro zampe!”
    
    In quel momento la dottoressa Monica Valli si rendeva conto del casino in cui si era cacciata: chi semina raccoglie! Certo, poteva andarsene via in qualsiasi momento, ma sapeva bene quali potevano essere le conseguenze per Ilenia.
    
    Tutto ciò che aveva intorno la disgustava, ma di li a poco avrebbe avuto qualcosa di diverso di cui preoccuparsi…
    
    “Neanche ti conosco e già mi fai girare i coglioni: mettiamo una cosa in chiaro tu sei la mia schiava e verrai punita ad ogni cazzo di errore che farai! Ma forse credo sia meglio farti provare da subito sulla pelle quello che ti accadrà quando non ...
    ... soddisferai ogni mio capriccio. Culo di fuori troia!!! Levati quei cazzo di pantaloni e mettiti qui davanti a me!”
    
    La Valli era intontita dalla sequenza di minacce ricevute al punto che agendo come un automa si levava i pantaloni e prendeva posizione. L’uomo, seduto sulla sua poltrona, metteva una gamba sopra la schiena di Monica posta a quattro zampe di fronte a sé e iniziava a batterle le natiche con la mano destra. Andò avanti per diversi minuti e Monica stringendo i denti resistette benché il suo sedere aveva ormai assunto una colorazione uniforme rossa, poi finalmente si fermò.
    
    “Cazzo mi duole la mano! Levati le mutandine troia! E poi cerca di mettere qualcosa di più sexy, un tanga, un perizoma o comunque qualcosa di più adatto ad una zoccola, anche perché hai proprio un bel culetto e penso che mi divertirò a percuoterlo”.
    
    Monica sentiva il calore della pelle che stava aumentando, quando all’improvviso l’omone riprese a colpire il culetto martoriato mediante l’ausilio di una pantofola. I colpi si fecero più energici e la sequenza sembrava non terminare più. Monica piangeva disperata e chiedeva pietà, ma il tizio era fermamente decido a darle una lezione da tenere presente per il proseguo del suo “soggiorno” in quella casa. Intanto, il peso della gamba dell’uomo aveva fatto cedere Monica che si era spanciata per terra. Fu in quel momento che i colpi terminarono.
    
    “Io sono Cesare, troia! ...e questa sarà la tua compagna in questa casa”
    
    Nel pronunciare queste ...