1. La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 4


    Data: 05/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: duke69, Fonte: EroticiRacconti

    ... dall’altro lato Simone continuava la penetrazione anale ficcando dentro le dita che nel frattempo erano diventate due. Simone frugava nella profondità anale, avendo cura di stantuffarla lentamente in contrasto alla più intensa velocità con cui veniva scopata in bocca.
    
    Dopo un lunghissimo quarto d’ora il primo scagnozzo si scaricò dentro la bocca di Monica: lo sperma colava lungo il mento e si depositava sulla scrivania; il suo viso era rosso paonazzo e anche i suoi occhi presentavano innumerevoli rigagnoli rossi. Intanto, il secondo scagnozzo aveva iniziato a sbottonarsi i jeans e si avvicinava a Monica mentre il collega riprendeva la sua posizione, in piedi, accanto ad Ilenia seduta e ancora immobilizzata, e non perdendo occasione di infierire umiliando ancora di più sia mamma che figlia:
    
    “Uh è rimasta un po’ di sborra nelle dita, cosa dici Simone, gliela facciamo vedere alla piccola?”
    
    “Ma certo, bagnale un po’ il naso e falle capire che la mammina ha lo stomaco pieno!”
    
    Il tizio si chinava verso la ragazza e le ungeva le narici mettendole lo sperma all’interno della cavità nasale. Per tutta risposta Ilenia sbraitava nei confronti dei suoi aguzzini, ma riuscendo solo a mettere in rilievo le vene nel collo. I due ridevano mentre l’altro uomo stava già pompando la bocca della Valli di gran lena.
    
    Ci vollero altri dieci minuti intensi prima che anche il secondo gorilla si scaricasse i testicoli dopo un urlo liberatorio e un forte ansimare della Valli, ...
    ... visibilmente esausta dal duro trattamento subito. Simone liberò il culo della sua vittima estraendo le tre dita che da tempo avevano allargato per bene lo sfintere della donna, quindi se le ripulì nei capelli di Monica congedandosi e andando via con i suoi due uomini:
    
    “Ora levatevi dai coglioni! Entro stasera avrai altre indicazioni su che cazzo dovrai fare e non fare”
    
    I tre abbandonarono il seminterrato e andarono via con le loro auto. Nel frattempo Monica slegò Ilenia che subito si ripulì il naso strillando e pronunciando imprecazioni, invece la Valli sembrava rassegnata a seguire una nuova vita in cui avrebbe pagato a caro prezzo tutte le sue malefatte.
    
    Quella stessa sera Monica ricevette un messaggio telegrafico in cui veniva indicato un indirizzo e un orario.
    
    Non conosceva la zona ma sapeva come arrivarci; si trovava a venti minuti da casa sua, sarebbe uscita da lavoro, si sarebbe cambiata e sarebbe arrivata a quell’indirizzo all’orario fissato.
    
    Dopo una notte insonne e una giornata lavorativa spenta, Monica rientrò a casa e si preparò rapidamente indossando una tuta da ginnastica con delle scarpe da tennis. Quindi prese l’auto e si avviò.
    
    La strada era buia e pressoché deserta, particolarmente sporca e con diverse automobili parcheggiate, bruciate o incidentate. Le case e le palazzine presenti apparivano fatiscenti e vetuste: non era certamente il posto dove andare a fare una passeggiata! Monica giunse al numero civico indicato, il cancelletto d’ingresso era ...