1. Terapia di coppia


    Data: 05/03/2018, Categorie: Etero Autore: Il_boss, Fonte: RaccontiMilu

    ... che la cosa mi sfuggisse di mano. Veronika non disse nulla ma la vidi rilassata. Per circa un mese non se ne parlò più e la vita riprese la sua routine, con non più di un rapporto alla settimana fra di noi. Mi sembrò … diciamo accontentata e rilassata. Poi arrivo la cartolina da Parigi: “Mi sono trasferito qui per lavoro con la famiglia. Grazie per le belle ore passate insieme. Baci, Massimo”. Forse uno meno stupido avrebbe potuto sospettare qualcosa, in fondo perché una cartolina? Visibile a chiunque, me compreso, ovviamente. Era maggio, passò l’estate e venne settembre. Ah, aspetti, dimenticavo un particolare importante: nei 20 giorni di vacanza che passammo in Germania ad agosto, avevamo nostra figlia in stanza d’albergo nel lettino aggiunto con relativa limitata attività sessuale. Le due o tre volte in cui facemmo sesso Veronika riuscì in qualche modo a convincermi, senza difficoltà, ammetto, a penetrarla analmente. Come ho già detto era una pratica che avevamo usato ogni tanto, ma mai più volte di fila in un periodo di 20 giorni. Durante quella vacanza avevo notato che mia moglie cercava spesso cabine telefoniche e ci si chiudeva per qualche minuto. Disse che la madre non stava bene. A settembre i nodi vennero al pettine: un giorno Veronika mi disse, quasi all’improvviso, che la storia era continuata (con la complicità di un paio di compagne di università che la coprivano per giornate e anche alcuni week end di studio intensivo). Non solo: lei e Massimo avevano deciso ...
    ... di andare a vivere insieme, lasciando le rispettive famiglie. Naturalmente nostra figlia la avrebbe tenuta lei, ma avrei potuto vederla quando volevo. Ricordo perfettamente che passai una notte insonne e che piansi. Fu la settimana peggiore della mia vita. Non era e non è tuttora nelle mie corde la violenza fisica. Avrei potuto reagire diversamente, picchiarla, cacciarla di casa, ma non lo feci. Accettai la situazione sapendo che era in gran parte colpa mia. Ma prima che ci fosse tempo di fare programmi e progetti avvenne l’impensabile. La mogliettina tedesca di Massimo, apparentemente mansueta e sottomessa, aveva reagito ben diversamente quando il marito le aveva comunicato le novità: sarebbe tornata immediatamente nel suo paese e lui non avrebbe mai più visto la figlia. Questo lo portò a più miti consigli. Ricordo che dopo un giro di lettere e telefonate ci fu un incontro, al Foro Italico per la precisione. Lui e la moglie, io e Veronika. Ci furono promesse e strette di mano e un addio finale. Mi rimasero impresse le parole di Massimo al momento del saluto finale: “Amala e stalle vicino, è una persona molto sensibile”. Probabilmente fu in quel momento che decisi di perdonarla e di non separarci comunque, come molti uomini avrebbero fatto. Nelle settimane successive facemmo l’amore più spesso del solito e parlammo anche molto. Mi fece capire che quella iniziata come una svogliatura su base erotico-sessuale era diventata una storia d’amore seria. Disse che si era confidata e ...
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