Analyse (edm.19)
Data: 29/05/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Fab80, Fonte: Annunci69
Analyse (EdM.19)
“Don't analyse, don't analyse
Don't go that way, don't live that way
That would paralyse your evolution”
(The Cranberries, “Analyse”, 2001)
La settimana trascorreva veloce e più i giorni passavano, più la mia agitazione aumentava al pensiero di quello che avrei dovuto fare per i miei amici.
La preoccupazione mi contraeva lo stomaco con spasmi talmente forti che, a volte, non riuscivo nemmeno a mangiare.
Con Roberto, invece, dopo l’episodio di tensione che si era verificato e che ci aveva quasi portato alle mani (anzi veramente era stato lui ad essere fisicamente violento con me), andò tutto bene: i nostri rapporti erano freddi e un po’ imbarazzati in considerazione anche dello spazio ristretto che ci trovavamo a condividere, ma, fortunatamente, non ci furono altri screzi.
Ciascuno di noi aveva trovato un suo particolare ritmo in vista del comune obiettivo: si studiava fino alle 5 del pomeriggio e poi, quando Eugène andava a far visita a sua madre, ci dividevamo fino all’ora di cena che facevamo sempre insieme.
Talvolta la sera si usciva per bere qualcosa nel chiosco vicino al parco dove si stava belli freschi: in un paio di occasioni invitammo anche Alba che accettava sempre entusiasta tenendo banco con aneddoti sempre nuovi sulle sue avventure resistenziali del 1944/45.
Penso che quelle sere siano state per lei tra le più felici degli ultimi tempi: anche se non si trattava certo di grandi uscite mondane, si vestiva con grande ...
... cura e beveva con accurata lentezza il suo calice di vino rosato fumando l’immancabile Camel ‘100.
Eugène alternava momenti di estrema cupezza ad altri in cui era il solito trascinatore; dormimmo insieme nel mio letto tutta la settimana e a volte, nel cuore della notte, mi svegliavo per guardarlo dormire nella luce tenue che filtrava dalla tapparella lasciata socchiusa per rendere più fresca la stanza.
Avevo accettato come dato di fatto il mio sentimento per lui che era qualcosa di molto più intenso di una pur travolgente attrazione fisica; mi nutrivo di questa emozione cosi come fino ad allora mi era nutrito del suo corpo e, pur consapevole della pericolosa china su cui camminavo in precario equilibrio, volevo aiutarlo non solo nello studio, ma anche per affrontare insieme i suoi incubi.
Nelle lunghe notti di veglia, con lui a fianco, mi perdevo in teatrali fantasticherie dove, noi due insieme, ci adoperavamo per far “guarire” Elsa e addolcire i tratti troppo, a dir poco spigolosi, di suo padre.
Mi immaginavo a parlare con l’ingegner Baudet bevendo un whisky nel suo studio mentre fuori pioveva forte, a prendere le difese di Eugène e, immancabilmente, nei miei sogni padre e figlio si ritrovavano grazie alla mia preziosa mediazione.
Che sciocco, ingenuo e avventato che ero.
Sto dimenticando Andrea: frequentarlo a stretto contatto per più giorni mi aveva piacevolmente sorpreso; quando non era sotto l’influenza emulativa dei suoi amici era un diciottenne attento ...