1. Godere nella vergogna iv


    Data: 27/05/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... ottenere nessun vantaggio . Gaston guida e lancia delle occhiate alle mie cosce compiaciuto o, almeno, era questa la mia impressione e mio marito dietro di me resta apparentemente indifferente a quegli sguardi.
    
    A differenza di quanto avessi provato sul tassi sono imbarazzata anche se la vergogna di quell’esibizione si mescola al piacere di essere ammirata.
    
    Cercai di essere indifferente, di non mostrare il mio imbarazzo, forse, in questo modo, avrebbe smesso di guardarmi e di farmi sentire una … una di quelle.
    
    Ecco, appunto, una di quelle.
    
    Guardando fuori dal finestrino vidi che stavamo percorrendo una strada periferica e solitaria, ai bordi di questa diversi falò con diverse ragazze di diversa etnia e vestite più o meno come me. Qualcuna forse anche meno vestita di me.
    
    Ebbi paura, dove mi stava portando? Quale posto era mai questo?
    
    Girandomi verso il sedile posteriore cercai lo sguardo di Rodolfo, ma anche lui guardava fuori, forse anche lui preoccupato. Quando i nostri occhi si incontrarono gli feci capire, con l’espressione del viso, la mia preoccupazione. Lui mi sorrise e mi sussurrò “tranquilla”.
    
    Restai in silenzio per tutto il viaggio, cercando di non guardare fuori, di non pensare a quel luogo che immaginavo molto mal frequentato.
    
    Alla fine Gaston girò in una traversa e si accostò a un locale con luci molto tenui che illuminavano a mala pena il marciapiede.
    
    Fui quasi sollevata dal fatto di essere finalmente arrivati a ...
    ... destinazione.
    
    RODOLFO
    
    Ma la mia attenzione venne anche attratta dalla strada che stavamo percorrendo, isolata e frequentata da prostitute. Anche Mia più si accorgeva del percorso più la vedevo irrequieta.
    
    Poi verso la città, Montmartre, Pigalle per lasciare l’auto in una trasversa di rue Blanche.
    
    Nel locale luci soffuse musica soft, una sala ovale al centro una pedana da ballo e attorno dei divanetti e delle poltroncine basse. Gaston ci fece strada e ci indicò un nostro angolino poco discreto, visto che per passare nello spazio dedicato al ballo chiunque avrebbe dovuto passare davanti a noi...
    
    Ci accomodammo sul quel divanetto e, come sull’auto la corta gonna risalì irrimediabilmente scoprendole il bordo delle calze . Ancora una volta cercò di accomodare l’abito tirandolo in basso ma non riuscì a coprirsi più di tanto. In quella posizione ora si vedeva chiaramente che indossava delle calze e anche l’occhio meno esperto, da come tiravano i gancetti, si sarebbe accorto del reggicalze. Lo sguardo di Gaston fissò quello spettacolo.
    
    “Non coprirti, è un vero peccato non lasciar gustare la bellezza delle tue gambe, la sensualità delle calze e del reggicalze, sei sexy non ti devi vergognare nel dimostrarlo.”
    
    Restammo senza parole. Io fingevo indifferenza, Mia mi guardava persa e comprensibilmente imbarazzata, anche perché chi le passava vicino gettava sguardi compiacenti su quello spettacolo, eppure smise di armeggiare sull’orlo della gonna. Lentamente la pista si animò e fu inevitabile ...