1. Godere nella vergogna iv


    Data: 27/05/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... con me, non ti può accadere nulla.”
    
    Aprii la porta. Lei non fiatò, i suoi capezzoli si disegnarono sotto la stoffa dell’abitino, la presi per mano e mi seguì. Era favolosamente sexy.
    
    MIA
    
    Uscendo dall’ascensore mio marito mi prese per mano e io gliela strinsi forte attaccandomi di più a lui, un gesto istintivo, come se in quel modo potessi nascondermi agli occhi dei presenti.
    
    Abbassai lo sguardo e chinai il capo come se anche questo ingenuo movimento potesse quasi rendermi invisibile.
    
    E poi queste scarpe coi tacchi tanto alti! Non riuscivo tenere un passo normale, mi accorsi invece che ancheggiavo tantissimo, cosa che mi fece avvampare e ebbi paura di diventare rossa dalla vergogna.
    
    Non so quante persone ci fossero nella hall, forse dieci o addirittura una, ma a me sembrava che fossero tantissime e che ognuna di loro mi guardasse e mi giudicasse.
    
    L’uscita mi sembrava lontanissima e la luce della hall era come cento riflettori puntati su di me.
    
    Sentivo il mio viso avvampare di vergogna e cercai di aumentare il passo per uscire da lì il più in fretta possibile, anche se Rodolfo camminava lentamente.
    
    Uscimmo dall’albergo e tirai quasi un sospiro di sollievo, anche se sapevo che per strada avremmo incontrato altre persone, ma contavo molto sulla penombra dovuta alla sera e alle poche, flebili luci della strada.
    
    Anche fuori fu molto difficile per me, visto che il taxi non c’era ancora e la strada iniziava a trafficarsi di auto, ma anche di gente lungo ...
    ... il marciapiede.
    
    Mi sentivo quasi in vetrina, sentivo gli sguardi dei passanti che penetravano anche attraverso quel poco di vestito che a stento mi copriva.
    
    Dissi a Rodolfo che mi sentivo a disagio, che volevo ritornare in camera a cambiarmi.
    
    Lui mi guardò con un sorriso e mi disse di restare tranquilla, che sarebbe stata una serata meravigliosa e che ci saremmo sicuramente divertiti.
    
    Gli dissi che mi sentivo osservata da tutti me lui si mise quasi a ridere dicendomi che a Parigi non sarebbe stato difficile incontrare una donna vestita come me e che nessuno ci avrebbe mai fatto caso.
    
    In effetti molti passavano senza nemmeno accorgersi della mia esistenza, ma qualcuno mi guardava, qualcuno addirittura mi strizzava l’occhio incurante che fossi con mio marito.
    
    L’attesa del taxi diventava sempre più snervante, poi, finalmente, uno si fermò davanti a noi e potemmo salirci.
    
    Nel sedermi la gonna salì ancora un po’ scoprendo la fine delle calze e anche un poco più su. Cercai di coprirmi, e, non riuscendoci, cercai di coprire le cosce con quella borsetta così piccola che avevo con me.
    
    Guardai gli occhi del tassista attraverso lo specchietto e mi spaventai, pensai che potesse vedermi tutta e mi vergognai tantissimo. Non sapevo che fare, come mettermi.
    
    Ma ci fu una scintilla, pensai che in fondo non c’era nulla di male, che mi guardasse pure le gambe, era un tassista, chissà quante donne avrà mai visto salire sulla sua macchina, quante gambe scoperte e forse ...
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