1. Una partita a tennis (a nuclear error)


    Data: 27/05/2019, Categorie: Chat e siti di incontri..., Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... l’ho inserita nello stereo. Sabra Cadabra
    
    Stavo cercando di spostare su un lato della tazza la pellicola di panna che si era formata sulla cioccolata calda. “Non so come tu riesca a bere un intruglio come quello, con questo caldo”. Pasticcina era seduta di fianco a me intenta a sorseggiare un bicchiere enorme di tè verde ghiacciato. Davanti allo sgabello vuoto di fianco a lei, una birra Brewdog Elvis Juice con una fettina di limone infilata nel collo. “Mi è sempre piaciuta la cioccolata calda, non sarei riuscita a buttare giù nient’altro…” “Sicura?”. Parlava guardandomi maliziosamente, intenta a leccare il bordo del bicchiere. D è tornata dal bagno con un’aria finalmente sollevata. Si è seduta davanti alla sua Brewdog tamburellando con le dita sul bancone e le ha dato una lunga sorsata. “Il posto dove dobbiamo andare per recuperare C. A. è molto lontano? Non posso rientrare troppo tardi…” “Certo zuccherino”. Si è rivolta a D: “Se non sbaglio hai con te una fotocamera digitale, non l’avrai lasciata nello scooter?”. D si è tolta dalle tasche posteriori una fotocamera piatta e il suo obbiettivo. “Ci servirà molto presto…credo”. Si è messa a ridere nel bicchiere di tè verde facendo rimbombare la voce. D ha messo via la fotocamera e ha passato l’indice e il pollice sul collo della bottiglia di birra, facendo scorrere le dita sulle goccioline di condensa di cui era ricoperta. L’altra mano era sparita in mezzo alle gambe. Il cameriere del bar si è avvicinato, tenendo una mano su ...
    ... un fianco, ha messo l’altro braccio sul bancone. Con un mezzo sorrisetto idiota ha chiesto: “Posso servirvi qualcos’altro?”. Pasticcina ha incrociato le braccia sporgendosi in avanti verso di lui. “Tre cannoli belli lunghi, giganti. Pieni di panna fino a scoppiare”. E ha mimato la lunghezza con le mani. D ha subito aggiunto: “Il mio alla crema”. Poi ha dato l’ultima sorsata alla birra. Pasticcina si è girata lentamente verso di lei e ha alzato gli occhiali a specchio: “Senti… bella mia…” Siamo uscite dal bar una dopo l’altra inforcando gli occhiali da sole. D si è allungata stendendo le gambe sul sedile dietro dopo essersi tolta le scarpe e si è messa a guardare delle foto che aveva scattato senza farci vedere di cosa si trattasse. Non so perché, ma trovavo che avesse dei piedi molto sensuali con quello smalto nero. A volte restava ferma sulla stessa foto un po’ più a lungo mettendosi una mano tra le gambe, si era sbottonata i pantaloncini di jeans. Lady Gaga ha interrotto una lunga pausa di silenzio: “I know that we are young and I know that you may love me…”, la suoneria del telefono di Pasticcina. “Spiegami che cazzo ci sei andato a fare all’Hotel Marina adesso…Ma davvero e non hai paura che qualcuno si porti via la tua cazzo-mobile caro? Non lo so ancora se ti ho perdonato… Lo sai già qual è il primo buco che trovi libero: il tuo”. Ha chiuso e si è girata verso di me. “Niente di grave, un altro cambio di programma. In realtà ci ha accorciato la strada, non dovrai scappare ...
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