Sissy e Lorena – VI – Tardi in ufficio
Data: 12/05/2019,
Categorie:
Etero
Trans
Autore: sally_xdress, Fonte: RaccontiMilu
Era un periodo molto stressante al lavoro, avevamo acquisito un cliente degli Stati Uniti e l’avvio di un nuovo progetto è sempre una fase delicata; in qualità di Team Leader uno dei miei compiti era quello di condurre le riunioni con il cliente e, a causa della differenza del fuso orario, potevamo organizzare i meeting soltanto in serata. Di conseguenza il tempo trascorso in ufficio aumentava sempre più, mentre quello che passavo con Lorena si riduceva all’osso, con il risultato che l’insoddisfazione ed il malcontento crescevano in entrambi.
“Ma fai tardi anche stasera!”
“Purtroppo si, la riunione si può fare solo a quest’ora”
“Mi stai trascurando, ti dovrai far perdonare…”
Era questo il leitmotiv delle nostre conversazioni più recenti, in cui puntualmente finivo con il prometterle che mi sarei fatto perdonare; purtroppo i giorni passavano ed io non riuscivo a ritagliarmi un po’ di tempo da dedicarle.
Anche stasera non fa eccezione e, in quella che è diventata la routine delle ultime due settimane, alle 21 sono ancora bloccato in ufficio; ho appena concluso una noiosissima quanto inutile riunione, quando lo smartphone inizia a vibrare. È Lorena, le rispondo già immaginando che sarà di nuovo triste per la mia ennesima serata in ufficio.
“Ciao amore”, la saluto con un tono più dolce possibile.
“Ciao … Sei ancora in ufficio?”
“Si, ho appena finito quella riunione di cui ti parlavo ieri. Tu sei uscita con le amiche?”
“No…”, resta in silenzio e poi ...
... riprende ” ho fatto tardi anche io in ambulatorio, ho avuto giusto il tempo di mangiare un panino al volo. Ti va se passo a trovarti in ufficio?”
“Si, sarebbe stupendo”, le rispondo pieno di gioia. “Devo soltanto sistemare le ultime cose e poi stacco. Quando arrivi davanti al palazzo chiamami che vengo ad aprirti”
Dopo cinque minuti Lorena mi richiama e penso che non è possibile che sia già arrivata perchè il suo ambulatorio è abbastanza distante dal mio ufficio; mi passa per la testa il pensiero che abbia avuto un contrattempo e che non venga più, così rispondo un po’ deluso alla chiamata.
“Ciao, ci sono problemi?”
“No, perché? Sono davanti al tuo ufficio, mi vieni a prendere?”
“Si, scendo subito” chiudo la telefonata contento di essermi sbagliato.
Arrivo al portone e lei è lì che mi aspetta, illuminata soltanto dalla fioca luce di un lampione che rischiara l’ingresso del palazzo; la bacio appassionatamente sulle labbra, stringendola a me, e mi fermo a guardarla. Indossa un trench grigio, sotto cui si intravede un maglione porpora, ed un pantalone nero con gli immancabili tacchi a spillo abbinati; i lunghi capelli biondi sono raccolti in una crocchia, mentre un trucco leggero mette in risalto i suoi meravigliosi occhi azzurri ed i suoi lineamenti delicati. E’ un altro particolare, però, a catturare la mia attenzione.
“Ma quello a cosa ti serve?” le chiedo osservando sorpreso il piccolo trolley che si è portata.
“E’ una sorpresa, aspetta e vedrai!”
Le ...