1. Perdere Silvana


    Data: 05/05/2019, Categorie: Anale Prime Esperienze Sesso di Gruppo Autore: fenice1967, Fonte: xHamster

    ... o che i tuoi sentimenti verso Giulio possano interferire con quelli che tu nutri nei miei confronti".
    
    Io ascoltavo senza riuscire a parlare, ma dentro di me sapevo quale sarebbe stata la amara conclusione di quel dialogo a distanza.
    
    "Detto questo, ti chiedo di non cercarmi mai più, di non pensare più a me. Io sto faticosamente cercando di chiudere con questa storia sconvolgente e di voltare definitivamente pagina, lasciandomi questa dolorosa esperienza con te alle spalle. Ho già detto ai miei genitori che intendo cambiare sede universitaria e che, molto probabilmente, mi trasferirò alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia".
    
    "No!", dissi piangendo disperatamente, "Non puoi farmi questo! ti supplico, ripensaci non può finire così!".
    
    "Mi dispiace, ma sappi che faccio tutto questo per il bene di entrambi", mormorò lei con la voce incrinata, "Mi mancherà il tuo amore, credimi, ma oramai la decisione è presa. Addio per sempre!".
    
    Chiuse la comunicazione ed io rimasi con il ricevitore in mano, ripetendo come un pazzo: "No ... no ... per pietà no!", ma oramai era tutto inutile. Lei non c'era più, era sparita per sempre dalla mia vita, portandosi via con se una parte del mio cuore.
    
    I giorni che seguirono a quella separazione così traumatica furono grigi, tristi ed infelici; Giulio in casa mi guardava muto, con una faccia che pareva dire "Non provare a lamentarti che non ti avevo avvertito del rischio che correvi!".
    
    Io non avevo la forza di parlarne con ...
    ... lui, ne di fare altro.
    
    "Dai, vieni di la con me. Ci stringiamo un poco insieme tutti e due e poi, se ti va, ci coccoliamo", mi diceva Giulio con voce dolce, nel vano tentativo di lenire un poco la mia pena.
    
    "No, grazie, proprio non mi va ... magari più tardi", gli dissi con il morale sotto le scarpe. "Senti, ora esco e vado a studiare un po' in facoltà, così magari mi distraggo ed evito di pensare a lei. Ci vediamo più tardi".
    
    Presi i libri ed uscii di casa. Fuori il cielo era plumbeo e il tempo non prometteva niente di buono; il clima, come accade di solito in questi casi, rispecchiava la mia condizione interiore e questo alimentava in me il senso di frustrazione e sconforto.
    
    Il freddo dell'inverno si era impossessato della mia anima, sterilizzando i miei sentimenti e rendendomi incapace di metabolizzare quanto accaduto. Ero diventato una specie di zombie, che vagava senza meta nella città o che seguiva le lezioni in maniera assente.
    
    Arrivai in facoltà ed entrai nell'aula, ricavata in un ex chiostro, dove gli studenti universitari studiavano e chiacchieravano. Mi sedetti ad uno dei pesanti tavoli metallici dotati di ribalta e cercai vanamente di leggere qualche pagina del libro che mi ero portato dietro.
    
    D'un tratto sentii dietro di me delle voci femminili fastidiose e starnazzanti: mi voltai e vidi la Divi arrivare in aula con il solito codazzo di amiche, oche e stupide come lei. Sapevo che aveva appena mollato quel povero ragazzo di Tonino, che moriva ...