1. Estate '98 - mia sorella la "calabrisella"


    Data: 04/05/2019, Categorie: Incesti Autore: Mr_divo, Fonte: EroticiRacconti

    ... nonni accolsero quel modo di fare di Stefania con soddisfazione. Erano preoccupati per la nipote e ora che era uscita dalla tana si dicevano felici.
    
    L’unica preoccupazione di mia nonna era il cibo. “Troppo secca sta ragazza!” ripeteva in ogni occasione.
    
    Effettivamente il corpo di mia sorella era diventato ancora più sottile anche se dalle gambe e dalle braccia spiccavano i muscoli tesi, costruiti con anni di danza.
    
    Passarono giorni in cui di mia sorella non ebbi alcun tipo di notizia. Non la vedevo la mattina, non la vedevo la sera.
    
    Con me non parlava. Mi sembrava che stesse bene. Sapevo che ormai aveva ufficialmente cominciato a fumare. Ma lo facevano tanti e la cosa non mi sortiva alcuna emozione.
    
    Presto però tra i miei amici di “pallone” cominciarono a farsi sempre più frequenti battutine e frecciatine che non capivo.
    
    Non ci facevo tanto caso e non davo peso a nulla che non fosse legato al gioco del pallone.
    
    Eppure quello che accadde quella sera non potrò mai dimenticarlo.
    
    Ero nella piazzetta con altri ragazzi. Avevamo terminato l’ennesima e definitiva partita della giornata. Commentavamo a voce alta l’esito dell’incontro con dovizia di particolari tecnici.
    
    All’improvviso sentii una mano afferrarmi una spalla.
    
    Era di un ragazzo più grande. Lo conoscevo solo di vista e per questo fui molto sorpreso dalla sua improvvisa confidenza.
    
    Mi guardava e sorrideva.
    
    “Tu sei il fratello della milanese?”
    
    Sorrisi anche io senza capire.
    
    “Si, ...
    ... siamo di Milano”.
    
    I miei amici guardavano quella conversazione abbastanza interdetti.
    
    “Bravo!” - continuò - “A noi ci piace Milano e ci piacciono tanto le belli femminj milanesi!”
    
    Disse scoppiando in una risata forzata. Tutto il gruppetto lo seguì, ma dagli sguardi mi pareva di capire che nessuno effettivamente ne intendesse il motivo.
    
    “La vuoi vedere una cosa?” - si riprese senza mollarmi la spalla.
    
    Io annuì incuriosito.
    
    “E vieni con me. vieni!”
    
    Fece segno agli altri di rimanere sul posto.
    
    Lo cominciai a seguire senza fiatare.
    
    Ero davvero curioso di scoprire la ragione di quella improvvisa confidenza.
    
    Prima senza fretta, poi con passo sempre più svelto.
    
    Mi portò in un sali e scendi di vicoli del piccolo centro storico.
    
    Raggiungemmo un muretto più alto che delimitava l’inizio di una zona alberata. Il posto era noto come “fossatello”.
    
    Era una zona di fitta boscaglia interrotta da un terrapieno senza alberi.
    
    Conoscevo quell’anfratto perché si diceva che i ragazzi più grandi ci andassero a fumare e a noi ragazzini la frequentazione era altamente interdetta.
    
    Con l’aiuto di due grandi massi, salimmo in cima al muretto dove ci accovacciammo sporgendoci quanto basta per non essere visti.
    
    Appena gli occhi si abituarono alla penombra, intravidi due persone.
    
    Erano a non più di 7-8 metri sotto di noi, una accanto all’altra, coperte soltanto parzialmente dalle chiome degli alberi.
    
    Non capivo. Mi rivolsi al ragazzo che mi ci aveva portato ...
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