1. Animosa e spavalda


    Data: 30/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Quel tardo pomeriggio Amelia si collocò sedendosi sull’ottomana alquanto stanca e irrequieta alla fine di quell’esasperante giornata. Era tardi e finalmente poteva isolarsi estromettendosi un attimo con se stessa per ragionare. Qualcosa però sfuggiva alla sua attenzione, alla logica disciplinata e ordinata che scandiva tutta la sua vita e quella delle persone che le ruotavano attorno. Filippo, il grande amore della sua vita, il suo compagno di sempre, nascondeva qualcosa, in concretezza non sapeva dire che cosa, solamente sensazioni, unicamente intuizioni di donna, forse angosce insensate e istintive, ansie impulsive e irrazionali, ma qualcosa dentro di lei sussurrava avvertendola che c’era qualcosa che non andava. Gli avvenimenti degli ultimi giorni l’avevano ridotta alquanto esposta, suscettibile e tesa, per di più indocile, insofferente e precipitosa, ciò nonostante c’era qualcosa di dissimile, il computer portatile di Filippo sempre acceso quando era in camera da solo e subito spento quando entrava anche lei. No, non potevano esserci fantasmi.
    
    Quella sera Amelia stabilì di fare chiarezza, di cercare, non sapeva ancora bene che cosa, di conseguenza iniziò a guardarsi intorno con una certa determinazione, aprì la borsa di Filippo, frugò tra gli appunti di lavoro trovando una lettera a corredo d’una carta telefonica prepagata con il numero telefonico e il PIN. Quel numero le era sconosciuto. A cosa poteva servire una nuova utenza di cellulare? La mente di Amelia ...
    ... abbozzò iniziando a girare come un mulinello, mentre il cuore palpitava scatenato nel petto. Accese il cellulare, inserì il Pin con un briciolo di scetticismo, possibile che non avesse pensato di modificarlo? Il display s’animò, comparve la lista delle funzioni, i messaggi, l’elenco dei messaggi ricevuti, in quel frangente il suo sguardo s’annebbiò all’istante. Di chi erano quei numeri? Lesse qualche messaggio e pensò di svenire. Il tono di confidenza, la complicità che trapelava, il tono deciso e vistosamente eccitato nei messaggi di lui. Le date, ecco, quelle date potevano restituirle qualche chiara indicazione, in quanto risalivano a diversi mesi addietro:
    
    ‘Dove mi trovavo io? Possibile che non mi sia accorta di niente? Dove ho vissuto in questi mesi? Come ho fatto a non rendermi? Chi &egrave quest’uomo di cui credevo di conoscere tutto, ma che al presente scopro che un completo forestiero?’.
    
    Tutti questi pensieri mulinavano nel suo intelletto, Amelia annotò i numeri su d’un foglio, mentre grandi lacrime le sfocavano la vista rigandole la faccia fino a gocciolare sulla carta. Nascose il foglio nell’agenda, spense la luce e andò in camera da letto. Senza fare rumore si spogliò, s’infilò sotto la trapunta facendo attenzione di non svegliare Filippo e restò là rintanata in un angolo mentre singhiozzi profondi scuotevano il suo corpo. Rimase sveglia per ore rimuginando, macchinando e ponderando, considerando di ricordare date, cercando di risalire indietro con la memoria a ...
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