1. Prigionia, Capitolo 6


    Data: 27/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Dark, Fonte: RaccontiMilu

    ... un po’ i nervi durante un bagno bollente, si calmò quel tanto che bastava per non essere più glaciale come era stato non appena entrato a casa.
    
    Si vestì con un elegante tunica nera ed oro, valorizzava la sua pelle argentea e gli occhi viola. Quel uomo sapeva come vestire, e scese dalle sue stanze con un eleganza regale.
    
    A tavola con lui sedeva Krozan ed un suo apprendista, dopo qualche minuto in cui si accertò che gli esperimenti alchemici e magici procedevano si girò verso Krozan. Mentre parlava con lui entrò Evrilith che dovette servire a tavola.
    
    “Quindi la schiava ha svolto tutte le sue mansioni, Krozan?”
    
    “Si Padrone, è stata attenta ad ascoltarmi e ad eseguire tutto, non ho dovuto punirla e ha saputo servire a tavola a pranzo, il Suo apprendista ne è testimone.” Disse fiero Krozan, Evrilith invece non aveva colto quel tono nella voce dell’orco. Era troppo presa a rimuginare sul fatto che non era stata nemmeno guardata.
    
    “Maestro devo dire che ha ancora da diventare aggrazziata ma ha eseguito tutti i compiti che le sono stati chiesti” Aggiunse l’apprendista.
    
    “Bene, finalmente hai deciso il tuo posto.” E detto questo Torghul guardò Evrilith. Lei si sentì gli occhi del Padrone addosso, ma prevalse la rabbia. Dopo una giornata di sforzi era quello che meritava? Un po’ di accondiscendenza? Avrebbe desiderato venir distrutta, scopata, massacrata. Invece aveva fatto la domestica. Era stata dimenticata, e lei stessa dimenticò il suo posto, quello che ormai era e ...
    ... non poteva sfuggire. Si ribellò, si ribellò ad uno dei maghi più potenti della città, senza sapere a cosa andava in contro.
    
    E qui decise di trasgredire. Non pensò nemmeno che sarebbe stata punita. Non ricordò che pochi giorni prima era libera ed ora voleva andare contro ad una persona che odiava e che la teneva prigioniera contro la sua volontà. Evrilith aveva dimenticato che aveva una vita fuori da quel castello, ora era arrabbiata con quella persona che le aveva fatto provare così tanto in così poco tempo.
    
    Invece che servire la prima porzione di cibo nel piatto fece una mossa piuttosto goffa, volontariamente, che l’elfo colse in tempo, schivandosi celermente, ma non riuscì a salvare dal disastro sia la tovaglia finemente ricamata, sia lo scranno su cui sedeva e che era foderato e ricamato, sia i bicchieri di cristallo che cadderò a terra sbriciolandosi.
    
    Torghul non disse nulla, guardò il disastro, fulminò Krozan che, con una faccia veramente buffissima era rimasto a bocca aperta e temeva di venir impiccato assieme all’apprendista; poi L’elfo nero guardò la schiava. Non era rammaricata, non aveva paura. Lo aveva fatto apposta.
    
    “Perchè hai combinato questo casino?!” Disse glaciale Torghul
    
    “Io…” Evrilith si rese conto di cosa aveva fatto. Ora era tardi ed ebbe paura. Paura di quello che aveva combinato e delle conseguenze.
    
    “Io…Padrone io…” E poggiata la ciotola da cui stava servendo iniziò a singhiozzare. Pensò di mettersi in ginocchio, magari sarebbe bastato ...