1. Lo schiavo


    Data: 25/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lady_Vanessa, Fonte: RaccontiMilu

    ... animale. Puro piedino di dominatrice in stivali di cuoio lavorati a mano. E quando ti ricapita un privilegio come questo? Ah, naturalmente mi aspetto che tu non danneggi le mie calze con i tuoi denti schifosi. Devi limitarti a fare il prelavaggio e assorbire tutto il mio sapore. La punizione prosegue per una decina di minuti. Non molto, dopotutto. La bestia era già talmente provata dalle precedenti punizioni, che insistere ulteriormente avrebbe voluto dire rischiare di spezzarla definitivamente. E io non voglio che accada questo. Al contrario. Lo schiavo deve tornare a casa soddisfatto e consapevole di aver provato un’esperienza unica. Deve andarsene provando il desiderio di rivedermi il prima possibile. Mi avvicino alla scarpiera e inizio a valutare minuziosamente le calzature ordinatamente disposte sugli scaffali. Ci sono scarpe col tacco altissimo e affilato, sandali che lasciano scoperto il piede e stivali di ogni marca e altezza. E poi ci sono le fruste; immancabili, dolorosissime fruste. Lui mi osserva angosciato e si domanda cosa stia facendo. Dall’espressione supplicante che hanno i suoi occhi suppongo che abbia intuito vagamente i miei pensieri. Afferro un frustino da equitazione e lo faccio schioccare in aria. &egrave sottile e leggero; l’attrezzo giusto per colpire senza stancare il polso. Compio un paio di giri attorno alla vittima, e con studiata lentezza sfioro ogni centimetro della sua schiena con la punta dello strumento. Torno indietro e prendo anche un ...
    ... dildo. Uno di quelli belli grossi, da culo allenato. Il suo non lo &egrave. Senza tanti complimenti glielo sbatto immediatamente fra le chiappe. Lo schiavo non se lo aspetta. Urla, si dimena e precipita in avanti. Nel farlo, un lembo delle mie calze si sfila dalla sua bocca. Gli blocco la nuca sotto al piede e salgo sopra la sua schiena. – Smettila di muoverti, miserabile! – grido. – Tanto lo sai che qui comando io! Brutto schifoso, allarga! Allarga il buco! Fallo entrare! E smettila di grugnire come un porco. Mi stai dando fastidio. Gli rifilo due schiaffi così forti da spettinarlo e finisco di penetrarlo come merita. – E ora rimettiti sui ceci, infame! Guarda! Li hai sparsi per tutta la stanza. Ma ora li riprendi dal primo all’ultimo e li rimette sul vassoio. Anzi, guarda, ti do una mano io stessa. Torno alla rastrelliera, prendo collare e guinzaglio e glieli appongo alla gola. Stringo il collare più forte che posso, dopodiché gli assesto uno strattone e lo costringo ad avanzare. – E via! A spasso per tutta la stanza a raccattare i ceci con la bocca. Come si muove male! Sembra un cane zoppo che arranca in un campo fangoso. Io gli cammino accanto a piedi nudi. Il pavimento &egrave abbastanza pulito, tuttavia &egrave rimasta un po’ di polvere negli angoli e nei punti in ombra vicino agli scaffali. Gli faccio compiere molti giri lunghi e inutili al solo scopo di umiliarlo; infine, quando i ceci sono tutti nel vassoio, mi risiedo sulla poltrona. Gli sfilo le calze dalla bocca e ...