1. Lo schiavo


    Data: 25/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lady_Vanessa, Fonte: RaccontiMilu

    ... sporcizia. Gli do un colpetto sulla guancia e lo richiamo all’ordine. – Muoviti, lecca per bene. Lo schiavo annuisce, china il capo e riprende a darsi da fare. &egrave come se contraendo i muscoli del volto riuscisse ad annullare il senso di disgusto causato dal cattivo sapore. La lingua esce allora dalla bocca in tutta la sua interezza, iniziando a dare una serie di grandi e lente lappate lungo tutta la pianta. Passa attorno all’alluce e sfiora ogni singola unghia, ogni singolo dito. – Lecca così, da bravo. Passa al dorso. Quello &egrave pulito, non avevo intenzione di farglielo leccare. Tuttavia, per arrivarci senza sollevare le ginocchia dal vassoio dei ceci, &egrave costretto a torcere dolorosamente il collo, e questo mi piace. – Sì, anche lì, cane bastardo – gli dico. – Fino alle caviglie. La bestia traballa un po’, sta per cadere, si riprende e continua a leccarmi. Le rifilo un calcio in faccia a piedi uniti e la sbatto schiena a terra. – Che cosa fai, razza di animale che non sei altro? – grido. – Chi ti ha detto di scendere dal vassoio? – Ma’ – Ma un cazzo, feccia! Rimettiti subito in ginocchio – ordino. Mentre lo schiavo obbedisce ai miei voleri, intravedo le sue ginocchia livide e arrossate. Mi piace quel mosaico di puntini scarlatti e neri che si aggrovigliano fra loro. &egrave la prova materiale della sua sottomissione nei miei confronti. Questo cane ha bisogno di soffrire, e non c’&egrave dubbio che con me avrà quello che merita. Mi avvicino a lui, lascio che si ...
    ... inginocchi nuovamente al mio cospetto e mi siedo di schianto sulla sua schiena. La pressione sui ceci raddoppia di colpo, strappandogli un gemito strozzato. -Che hai? Non dirmi che fa male – rido. – Questo trattamento &egrave terapeutico, per gli schiavi. Gli aiuta a fortificare lo spirito. – ‘ – Continua, bestia. Appoggio l’incavo delle ginocchia ai lati della sua testa e sollevo il mio peso dal pavimento. Adesso gravo completamente sulla schiena dello schiavo. Dondolo le gambe attorno alla sua faccia e gli assesto qualche colpetto del ginocchio sul mento. Adoro metterlo più in difficoltà di quanto già non sia. Per aiutarlo a mantenere la concentrazione raccolgo i miei stivali e glieli sbatto sotto la faccia. Poi, con un balzo, mi siedo nuovamente sopra la sua schiena. – Inala. – Uhm’ nnoo’ – No? Ah ah ah! Allora smetti di respirare! Se ti premo la faccia in questo stivale non puoi certo spostarti, servo! La vedo respirare l’odore dei miei piedi e trattenere un conato di vomito. Cerca di deglutire il sapore acre che gli si &egrave fermato in gola e barcolla in avanti come un fantoccio privo d’ossa. I suoi occhi sono quelli di un soggetto epilettico nel pieno di una crisi. – Guai a te se mi lasci cadere! – esclamo. Raccolgo le calze che ho riposto nel fondo degli stivali, le appallottolo e gliele caccio in bocca, dopodiché gli rimetto gli stivali davanti al viso. – Continua a respirare. Non perderne neppure una sniffatina. &egrave buona, eh? Ti piace. Roba di prima qualità, ...