1. Lo schiavo


    Data: 25/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lady_Vanessa, Fonte: RaccontiMilu

    ... padrone. – Stavi per dire qualcosa? – No’ – No cosa? – No, lady Vanessa. – Ricordati che puoi parlare solamente quando io te lo concedo. Mi sono spiegato? Lui annuisce con un movimento contratto della testa. Gli fa male il collo. &egrave comprensibile. Benché l’abbia tenuto ai ceppi per non più di dieci minuti, il suo fisico &egrave quello di un cinquantaquattrenne che ha trascorso la sua intera esistenza dietro a una scrivania. I suoi muscoli sono indolenziti, le sue ossa doloranti. Questa &egrave la fase della sessione che più adoro. La bestia &egrave arrivata al suo limite. Io devo spingerla un po’ più in là, fargli valicare il limite che essa si &egrave imposto nel momento stesso in cui &egrave entrata nel mio regno. Perché qui sono io a comandare. Fra le mura del dungeon, non ha importanza se la persona prostrata ai miei piedi &egrave un imprenditore, uno stimato professionista, uno scienziato o un giudice della Corte Suprema. Quando si &egrave al mio cospetto, l’unica verità che conta &egrave la sofferenza che posso impartire agli altri. Nient’altro. Lo afferro per i capelli e gli sollevo il collo senza alcuna clemenza. Lui trattiene un gridolino di dolore e mi fissa attraverso i sottili fori a mandorla ricavati nella maschera che indossa. – Sei stanco? – gli chiedo. – No, lady Vanessa. – Sei stato bravo, cane. Meriti una ricompensa. – La ringrazio, mia signora. – Questa mattina sono andata a correre con indosso le scarpe da tennis. Sono calzature comode ma un po’ ...
    ... soffocanti. Coi calzini, poi, che sudate! – esclamo. – Dai, comincia con il togliermi gli stivali. Vediamo quanto vali. Lui obbedisce senza discutere. Lascia che mi accomodi sullo scranno rosso posto al centro della sala e si prostra come se si trovasse di fronte a una vera regina. Non aspettava altro, lo capisco dal suo modo di guardare le mie caviglie. Sollevo un piede davanti al suo volto e gli sfioro la fronte con l’unghia dell’alluce. – Avanti, solleva l’orlo della maschera e leccami i piedi. – Sì, lady Vanessa. – Aspetta. Così sei troppo comodo – gli dico. – Prendi il vassoio dei ceci e mettilo qui, davanti al mio trono. Devi soffrire anche mentre mi lecchi i piedi. Lui esita. – Hai qualche problema, animale? Per quale motivo non ti vedo scattare come ti ho ordinato? – Mi perdoni, padrona. La sua voce trema come quella di chi sa di non avere scelta. Raccoglie il vassoio di metallo che ho riposto su uno degli scaffali del dungeon e lo adagia sul pavimento. – Inginocchiati e leccami i piedi, verme – ripeto. Lo vedo flettersi verso le mie estremità e iniziare la sua umiliante opera di pulizia. Segue le curve del plantare, umettando la pelle un po’ sudata con la punta della lingua. Alterna le leccate con qualche bacetto appena accennato. Sembra quasi che si vergogni di ciò che sta facendo. Dopo un poco arriva alle dita. &egrave lì che lo sento gemere. Non se la sente di continuare, e da una parte quasi lo capisco; &egrave lì, infatti, che ristagna la maggior parte della ...
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