Scopamico 1/3 - Rivediamoci
Data: 18/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... Ricevetti anche un invito a, per così dire, esplorare le zone più remote di quel parchetto dove, secondo me, già stava succedendo di tutto, ma declinai. Forse non mi sentivo sicura, forse non mi piaceva il latore della proposta, non so. Al contrario mi appartai, seduta per terra e addossata al muro di una palazzina, con due tipi in possesso di una irresistibile arma segreta: una bottiglia di vodka, già andata per oltre la metà a dire il vero. Qui i ricordi sono più definiti: erano molto divertenti e per nulla aggressivi, discretamente disinibiti e anche discretamente ubriachi. Il gioco per un po' fu bacio-a-uno-sorso-bacio-all'altro. Quando la vodka finì l'evoluzione del gioco fu una limonata a tre. In un certo senso una novità anche se, in quanto vertice di un triangolo, una volta mi era capitato di fare una cosa molto ma molto meno innocente: a una festa, chiusa dentro una stanza e lì sì completamente sbronza, avevo preso in bocca due ragazzi. Questa invece era solo una pomiciata ma mi sentivo ugualmente folle, se non di più, pur sapendo bene con un residuo di lucidità che non saremmo andati molto oltre. A essere oneste, forse a uno dei due un pompino l'avrei anche fatto, all'altro no di certo. Ma eravamo comunque all'aperto e non abbastanza riparati dal buio, senza contare il fatto che i ragazzi sembravano legati con lo spago, ragion per cui anche il pompino era fuori discussione. Tuttavia, pur non essendo nessuno dei due esattamente il David di Michelangelo, la ...
... sensazione di baciare due bocche e essere toccata da quattro mani era decisamente eccitante. Quando però sentii uno provare a intrufolarsi sotto il collant dissi "no dai" alzandomi quasi di scatto, ringraziando per la vodka e allontanandomi tipo Filippo Tortu nell'ultima frazione della 4x100 alle Olimpiadi. Devo essere sembrata loro una pazza.
Per un po' non ricordo molto, se non che devo essermi addormentata seduta per terra in un angolo dentro l'unica palazzina aperta e messa a disposizione per la festa: una specie di grande parallelepipedo di cemento scarno, pieno di fumo di varia natura e con poche sedie di plastica scassate. E' una cosa che mi capita spesso: non mi serve molto tempo ma ogni tanto ho bisogno di isolarmi e recuperare. L'altra cosa che capita spesso è sentire qualcuno che domanda "stai bene?". Era, per l'appunto, Felix. All'inizio nemmeno lo considerai, anzi credo che un po' mi incazzai pure perché mi aveva svegliata. Di sicuro mi alzai e me ne andai, forse non gli dissi nemmeno "sì grazie".
Vista l'ora, un bel po' di gente era sfollata. Chiesi una sigaretta a una coppia ma non la accesi e elemosinai altrove qualcosa da bere. Nella mia ingenuità pensavo che mettermi a ondeggiare dalle parti del mixer fumando una ciospa e con un gin tonic in mano mi avrebbe resa più interessante, in realtà non mi si filava nessuno. Inoltre, sempre nella mia ingenuità, non avevo calcolato che dopo avere schizzato il tizio che mi aveva portata alla festa non avevo nessuno che mi ...