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I diari di liliana 4
Data: 07/04/2019, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
Ormai sono diventati stressanti certi viaggi, nonostante la comodità del volo e la precisione degli scali, forse perché l’età ormai incalza o forse perché, più realisticamente, le motivazioni a cercare la calma della casa e dello studio sono molto più autentiche ed importanti di quelle che mi hanno spinto, per qualche anno, a rincorrere la fama e la ricchezza; di soldi, non ne ho mai avuto bisogno; per la notorietà, mi sarebbe bastata anche quella locale, nonostante le mie ambizioni. L’idea di un bibita da bere nella poltrona preferita, accanto a mio marito finalmente meno aggressivo ed esuberante, ed a mio figlio che adesso sgambetta felice con l’argento vivo ereditato sicuramente da suo padre, alimenta il sogno che mi accompagna per tutta la trasvolata; inesorabilmente, la fantasia mi riporta a quando, allo sbarco, trovavo ad aspettarmi Ermes col suo amore incontaminato; adesso vorrei trovare ad attendermi Giancarlo costretto a cambiare atteggiamento dalla lettura dei diari. Il sogno si avvera, come per miracolo e, all’uscita dagli arrivi, lo trovo là ansioso che scruta i passeggeri che escono; mi trattengo a malapena dal saltargli addosso felice; mi allunga le mani e lo abbraccio, con amore; mi bacia appassionatamene e so che buona parte dell’utopia sta diventando possibile; la sensazione si fa più viva e netta quando, presa l’auto al parcheggio, lo vedo avviarsi in direzione opposta a quella per la città; lo guardo meravigliata e, letta la sorpresa sul mio viso, ...
... mi chiede. “Preferisci andare a casa? Io pensavo che la prima cosa che volessi fare fosse vedere nostro figlio!” “Sei diretto a Lugano?” “Non è lì che abita?” “Sì, abita lì, MIO figlio.” “Lo so che è figlio tuo; ma tu sei mia moglie e forse dovresti concedermi di essere anche padre di tuo figlio; quindi è nostro figlio.” “Ma se neppure lo conosci!” “Per questo, ci andiamo insieme; me lo presenti, vediamo se gli vado a genio e poi decidi se come e quando farlo riconoscere come mio figlio …. “ “Intendi dire che accetteresti di essere il padre legittimo anche se non fosse tuo?” “E’ tuo; ti amo; forse mi ami anche tu; sei mia moglie; è così irregolare chiederti che sia anche mio figlio?” “Non fa una grinza; è vero che ti amo; sono e intendo restare per sempre tua moglie; appena a casa, faremo le pratiche per il riconoscimento ufficiale, a condizione che non mi chieda mai il nome del padre naturale.” “Sai, non ho avuto il tempo materiale e per andarmi a rileggere il tuo diario; ma sono certo di aver letto che non è di Ermes e che per un poco hai sospettato che potrebbe essere mio; mi lasci almeno questo margine?” “Un figlio è tale per l’amore, per la cura, per la dedizione, non per uno spermatozoo più forte di atri; se vorrai sentirlo ed avere come figlio, sai bene che dovrai seguire altri percorsi … “ “So bene che chi è ritenuto bugiardo non viene creduto anche se dice la verità; ma ti ho già detto che solo l’idea del figlio mi ha cambiato ...