1. Le fisime di lara 2


    Data: 07/04/2019, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... radice alla cappella, tenevo con una mano i coglioni grossi, tesi, gonfi di sborra, e con un’altra segavo il cazzo lungo il ventre; si gonfiava e si ergeva quasi minaccioso.
    
    Allungò le mani dentro la vestaglia e le infilò nelle coppe del reggiseno; il titillamento dei capezzoli accentuò il piacere che la cappella in bocca mi dava largamente, con la lingua la spingevo verso il palato e in fondo all’ugola; godevo ad ogni movimento della serica consistenza del cazzo sulle papille; leccavo, succhiavo e spingevo la mazza con grande gioia; la figa pulsava e sbrodolava senza che potessi neppure toccarla.
    
    Mi feci scopare a lungo nella bocca portando il cazzo fino ad uscire dalla labbra e a rientrare poi con foga fino all’ugola; lasciai che si sbizzarrisse a spingermelo in gola provocandomi anche qualche conato di vomito e qualche soffocone; ma ero felice di come si impossessava di me; non riuscivo a cogliere quanto mi asservissi ad un maschio per combattere la presunta arroganza di un altro maschio; ma ormai ero fuori da ogni grazia di dio.
    
    Si sfilò perché aveva già retto troppo; mi fece alzare, fece cadere la vestaglia e mi sfilò il reggiseno; si fiondò sulle tette e me le succhiò a lungo; feci scorrere in giù e calciai via il perizoma mentre lui mi succhiava i capezzoli; mi spinse supina sul letto e salì in ginocchio tra le mie cosce; spinse le ginocchia indietro, mi fece scosciare ed affondò il viso sulla figa; la leccata delle grandi labbra fu un viaggio nel piacere ...
    ... durante il quale incontrai una serie di orgasmi.
    
    Quando mi succhiò il clitoride, lanciai una serie di gemiti acuti che forse si sentirono in strada; mi abbandonai voluttuosa al piacere della leccata e lo lasciai spaziare sulla mia figa; mi fece girare carponi e mi leccò e succhiò da dietro; dopo un periodo lunghissimo di preliminari con la lingua in figa, il cazzo in bocca, a sessantanove, di succhiate ai capezzoli e di accenni a spagnola fra le tette, finalmente venne il momento di scoparmi.
    
    Sentii nettamente il cazzo violarmi la vagina e andare a sbattere con la cappella sull’utero; mi scopò assai a lungo, da sopra, da sotto, da davanti, da dietro e di fianco; poi optò per una sapida inculata e, ben lubrificata prima da lui poi dal gel, sentii il ventre squarciarsi per la mazza che entrava violenta nell’intestino; eravamo entrati in camera che non erano le dieci; all’alba stavamo ancora scopando come scimmie; gli chiesi se mantenevamo il progetto di Firenze; disse di sì.
    
    Andammo alla stazione e, con un treno veloce, fummo nella culla del Rinascimento in meno di tre ore; per problemi di risparmio, aveva prenotato in un ostello della gioventù dove era riuscito a trovare una matrimoniale; nei due giorni di sosta in città, riuscimmo a malapena a fare un giro turistico per i monumenti importanti; il grosso del tempo lo trascorremmo a letto a scatenarci in scopate enormi ed infinite; addirittura, cenammo a panini tra una scopata e l’altra.
    
    Il lunedì mattina di buon’ora, ...
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