1. Villa mary....ovvero la fucina dell'eros


    Data: 06/04/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    ... aperta; da lì provenivano mugolii di piacere, sicuramente della mia adorata Mary. Eccomi chiaro il sorrisetto ironico di Flavia.
    
    Era impalata sul cazzo di Niccolò e se lo stava chiavando.
    
    Mi vide riflesso nello specchio e, con aspetto stravolto, mi disse:
    
    "Dovevo aspettarti ancora? Dai... vi voglio tutti e due."
    
    Stavo per prendere posto dietro di lei ed ero riuscito pure a poggiarglielo sul buchino, ma lei urlando:
    
    "No lì non lo voglio; lo sai che nel culo è solo per le grandi occasioni Se mi spacchi adesso, venerdì sarei ancora indolenzita" e respingendomi mi fece alzare e continuò il lavoro che, prima di lei, aveva iniziato Flavia.
    
    Venne prima Niccolò e lei non era per niente soddisfatta, per cui si staccò da lui e da me e, mettendosi di traverso sul letto, alzò le gambe e mi attirò a sé.
    
    Lo sperma dell'altro stava cominciando a colare dalla vagina aperta, per cui, raccogliendolo con il mio cazzo a mo di cucchiaio, lo rimisi dentro e cominciai a chiavarla.
    
    Bastarono una quindicina di pompate, date con tutta la forza del mio bacino, che la vidi strabuzzare gli occhi e venire. Al suo urlo seguì uno mio rantolo e, con tre o quattro spasmi, liberai una grossa quantità di sborra.
    
    Ci accasciammo sul letto di Niccolò e prendemmo sonno. Mi risvegliai dopo un po' e, prendendola in braccio, la riportai nella nostra stanza.
    
    Si mise sul fianco e si accucciò con il sedere sul mio bacino; poi, prendendomi il braccio libero, volle essere stretta al mio ...
    ... corpo.
    
    Rimasi sveglio pochi minuti, poi caddi in un profondo sonno ristoratore.
    
    L'indomani mattina, fungendo da barista e cameriere, portai il caffè a letto a tutti quanti.
    
    Erano tutti svegli e li invitai in camera mia per fare il punto della situazione.
    
    Mentre sorseggiavamo il caffè, esposi il mio progetto.
    
    Innanzitutto avrei chiamato Marco, l'architetto che aveva seguito i lavori, per prendere le misure del palo che serviva a Flavia.
    
    "EUREKA" Marco, l'architetto: ecco chi poteva essere il quinto uomo della spedizione.
    
    Solo Maria che lo conosceva, capì a volo la mia interiezione.
    
    Marco aveva 46 anni, l'avevamo conosciuto cinque anni fa a Forte dei Marmi.
    
    Un bellissimo ragazzo, alto, capelli biondi, un tantino ingialliti dal troppo sole, occhi verdi, abbronzato all'inverosimile, senza un filo di grasso.
    
    Le ragazze, ma anche le donne mature, se lo contendevano.
    
    Lui amava essere ammirato e non faceva nulla per sottrarsi alla corte che esse gli facevano.
    
    Mi fu presentato dal proprietario di un locale, che spesso io e Mary frequentavamo. Era un architetto abbastanza quotato, con molte idee innovative e parecchi buoni clienti. Si era legato qualche anno prima con una donna molto facoltosa e importante, che l'aveva introdotto negli ambienti che contavano, ma il loro matrimonio fallì subito dopo la nascita del loro figlio.
    
    Da allora per lui erano finiti i legami stabili e cominciarono le tante avventure.
    
    Subito, e da perfetto cascamorto, cominciò ...
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