Giochi ad alta tensione
Data: 30/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Cuckold
Etero
Autore: dealuce, Fonte: RaccontiMilu
... Da gran golosa non vedevo l’ora di assaggiare queste ultime. Non indossare nulla sotto mi eccitava e preoccupava al tempo stesso. Temevo qualcuno scorgesse o intuisse qualcosa anche se non avevo indosso una minigonna.
Ritornati a casa pranzammo. Poi lui mi propose un set fotografico un po’ (tanto) osè. Mi chiese di truccarmi abbastanza pesante ma senza rossetto. Indossai le mie scarpe a tacco alto con fiocco color rosa e un abito poco sopra il ginocchio con decorazioni floreali dorate. Metteva ben in evidenza il mio corpo slanciato e formoso. Iniziò a fotografarmi alternando primi piani del volto a ritratti di me tutta intera. Da innamorata della mia fisicità, la situazione riusciva a intrigarmi non poco. Percepivo la tipica sensazione di eccitazione che si irradiava dal ventre e dal mio sesso già gocciolante. Non vedevo l’ora mi chiedesse di spogliarmi. Non tardò a farlo. Prima dovetti mostrare i seni, belli pieni e sodi, con capezzoli ampi a coronamento. Purtroppo erano anche una condanna: non vi dico in classe quanti sorpresi a sogguardarmeli! Anche professori!
Poi mi chiese di abbassarmi e togliermi le mutandine. Così seminuda mi scattò decine di foto: sdraiata e ammiccante, semireclinata mentre fingevo di studiare a pancia in giù. In seguito, addirittura volle che gli spalancassi la mia rosa già madida, che evidenziassi i capezzoli col rossetto, mi mostrassi a piedi nudi, in piedi di schiena con le natiche e la figa scoperta. Finalmente, una volta svestita, ...
... indossando solo le scarpe. Infine, mentre accennavo a mosse di ginnastica, oppure fingevo di dormire. O ancora piegata con la schiena appoggiata al muro, sorridendo mentre mi esponevo. Completamente. Dopo altre foto sconce non vedevo l’ora di toccarmi e godere, ve lo confesso.
Ale mi chiese d’inserirmi il dildo e di cominciare a cavalcarlo. Il cuore iniziò a battermi fortissimo. Ero incerta sul da farsi ma la voglia era troppa e richiedeva misure estreme. Mi stordiva quasi l’idea di ciò che avrei fatto di lì a poco. Divenni impacciata, ma provai comunque a fissare la base del dildo sulla scrivania iniziando a soppesarne le dimensioni. Non era enorme ma certamente non piccolo, un po’più di un cazzo normale, direi sui 25 cm e largo il giusto. Era di lattice gommoso. Inarcai le gambe così da appoggiarmelo sull’ingresso della vagina. “No, no prima leccalo mentre ti tocchi che ti scatto un po’di foto” mi fece Alessandro con voce arrochita a tradire la lussuria che lo animava. Così mi misi indice e medio della mano destra nella mia fessura fradicia e bollente mi misi in ginocchio cominciando a saettare con la lingua lungo quel fallo, proprio come stessi facendo un pompino. Mi sconvolgevano sessualmente le venature che riproducevano le vene del pene. Iniziai a sospirare forte. Era una tortura quella, ve lo posso garantire! Non ero mai stata in una situazione simile, ma mi piaceva sentirmi violata e oscena. Probabilmente sarei venuta di lì a poco non mi avesse chiesto di smettere ...