Incredibili e favolosi momenti
Data: 27/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... sfiorerà.
Io inizio a civettarmi, sì, sono una civetta in posa che vuole essere unicamente ispezionata e scrutata da te da quegli occhi bui e profondi come le tenebre. Io ballo, mi sfioro, inizio a spogliarmi del mantello, sotto ho una leggera vestaglietta che scherma il tatto ma non la vista, una collana molto sonora, piena di perle e di ciondoli accompagnato da un perizoma viola. I miei movimenti sono languidi e sensuali: ora in piedi sul letto, ora distesa, ora che m’infilo tra quei due tessuti immaginandomi stretta al tuo corpo. è un’agonia forse torturarti così, ma tu hai una pazienza inverosimile, più attendi più dai il massimo dopo. Io comincio a svelare i miei seni, inizio ad accarezzarmi più audacemente, disinibita e sciolta. La stola tesa dalla trave al letto è ora è un palo intorno al quale avvolgo di volta in volta una mia gamba, un mio braccio, il collo. Non stacco mai il mio sguardo da te: scendo dal letto per sfiorarti, ma non ti tocco mai, mi levo completamente la vestaglietta dopo innumerevoli passaggi velata solamente dal perizoma, una collana e una maschera. Sono eccitatissima, mi lecco due dita che scendono verso la mia infuocata, pelosissima, nera e odorosa fica.
Io m’avvicino a te, al momento inizio a spogliarti, le tue mani m’accarezzano con dolcezza e desiderio, mi levano la maschera, s’infilano nello slip per assaggiare il mio nettare, tenuto conto che sono loro che profanano le mie labbra boreali, mentre la tua lingua gioca ...
... con la mia bocca. Siamo nudi, in un intreccio di corpi su quel letto, un reticolo di dita, di lingue e di labbra, visto che non c’è un centimetro della mia pelle che tu non vai a scoprire con le tue dita, con la tua lingua e infine con il tuo cazzo. Giochiamo, ci regaliamo reciproco piacere, scambievoli attenzioni e ci penetriamo l’uno con l’altro in tutti quei modi che per mesi abbiamo soltanto calcolato e supposto. C’è dolcezza in tutto questo, c’è dono di sé, ci sono forza e passione. Io dopo innumerevoli godimenti ancora non sono sazia e mi ritrovo carponi, con te dietro che m’avvolgi la schiena, mi mordicchi le scapole e il tuo cazzo che ripassa nel solco delle natiche. Mi hai avuto in quasi tutti i modi: è giunto il momento di cancellare quel quasi, adesso i miei freni inibitori sono staccati, hai sentito quanto mi sono lasciata andare. Ti appoggi sennonché verso quell’ingresso segreto con coerenza, fermezza e rispetto. Subito scatto e m’irrigidisco, ma non svincolo perché cerco l’altra tua mano, la stringo, tu prosegui con dolcezza entri un poco e ti fermi dandomi modo di respirare, di capire che è un dolore ambiguo, che è la mia tensione che non mi fa percepire il piacere. Ecco, adesso inarco la schiena, poiché sono riuscita ad abbandonarmi, tu prosegui, con attenzione e con forza, m’abbracci il ventre e il mio godimento raggiunge l’apice sommo. Il nostro desiderio non trova pace se non a notte inoltrata, quando crolliamo svigoriti ...