1. Incredibili e favolosi momenti


    Data: 27/03/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... ora i nostri corpi s’assaggiano avvolti e schermati dagl’indumenti. Secondo i miei gusti ci stiamo scaldando troppo, successivamente mi stacco da te, &egrave una decisione sofferta ma necessaria, giacché in maniera seria e contemporaneamente maliziosa t’annuncio:
    
    ‘Allora, adesso si gioca: dai vestiti che andiamo a faticare’. Tu sei sbalordito, forse un poco deluso, ma accetti.
    
    ‘Allora, questa qua &egrave la meta e questo &egrave il sentiero, tieni la cartina. Tu mi concedi un quarto d’ora di vantaggio, poi parti anche tu. Senza regole, io sono una pantera e tu il cacciatore, attualmente siamo nel bosco, se io raggiungo la meta prima di te tu sarai mio schiavo, mentre se tu mi fermerai prima, io farò quello che vorrai, ma soltanto nel bosco, intesi, &egrave tutto chiaro?’.
    
    Io vedo il tuo sguardo allucinato, giacché si era parlato d’un fine settimana rilassante, io mi cambio in bagno celata al tuo sguardo, in seguito esco con gli scarponcini e con l’abbigliamento tecnico, ti do un bacio e parto. Il sentiero non sembra particolarmente impegnativo in quanto vado spedita e veloce, ho il cuore in gola, avverto già il fiatone, non mi giro, ma guardo l’orologio, siccome immagino che tra un po’ mi raggiungerai di sicuro. Decido d’abbandonare il sentiero per costeggiarlo sul lato nascondendomi fra gli alberi: sento dei rumori, non ti vedo, ma ti sento. Corro, scappo e travolgo ciò che incontro: tu non ti lasci vedere, ti lasci sentire, ci rincorriamo per parecchio tempo forse ...
    ... intervallati da cento metri. Io sono sfinita: ansimo, m’adagio dietro una roccia, non riesco a capire dove sei, ma devo riprendere fiato. Sono adrenalinica, guardo quanto dista il prossimo albero, la prossima roccia, perché mi sto disorientando. Sento un rumore: corro, ti sento, sei tu. Corro ancora dietro l’albero, al momento dietro la roccia ti vedo: corro ancora più veloce, sennonché la tua mano bruscamente m’afferra:
    
    ‘Pantera che cosa fai, scappi?’ – esordisci tu.
    
    Io cerco di divincolarmi e ci riesco, ancora poche decine di metri e raggiungo la meta, devo farcela. Continuo a correre mossa da non so quale inedita energia perché sono sfinita, tu m’agguanti nuovamente, però questa volta mi blocchi, considerato che entrambi dobbiamo riprendere fiato. Appena abbandoni la presa io fuggo nuovamente, tu m’abbranchi quasi con violenza e mi sbatti per terra, dopo sali su di me imponendomi:
    
    Adesso starai ferma, vero?’ – m’intimi tu in modo accorto e incuriosito.
    
    Io cerco d’uscire dalla tua presa, lotto con tutte le mie forze, avverto che tu sei più forte di me, per il fatto che neppure i miei morsi ti smuovono, anzi, tu pertanto mi blocchi la testa, le tue labbra sono già sul mio collo, intanto che di sotto percepisco un veemente e vigoroso bollore, giacché mi sento così come una cavalla scatenata che scalpita in maniera forsennata. Tu sei fermo, quasi impassibile, ora le tue braccia bloccano le mie e la tua lingua mi cerca: siamo ansimanti, sudati, con il cuore ancora ...
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