La leggenda della ragazza lupo - parte 2
Data: 22/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti
... ancora ad alta voce.
Eppure da quel punto era ancora meglio cercare di raggiungere l'altro rifugio piuttosto che tornare sui suoi passi.
“E il cellulare non prende! E te pareva!” constatò dopo una rapida verifica.
Voleva riposarsi, ma il freddo si imponeva aggressivo e impietoso.
Trovò un riparo libero dalla neve, sotto un tronco, e decise di fermarsi un attimo. Ormai non doveva mancare troppo al rifugio che voleva raggiungere.
Si scaldò le dita sbuffandosi il fiato tra le mani e si strinse il cappuccio sul capo e intorno al collo.
Sentendo il freddo insinuarsi nei suoi vestiti si chinò adagiandosi sulle propria ginocchia per non disperdere altro calore e abbassò il capo tra le ginocchia.
I profumi di resina lo avvolgevano anche se, lì, vicino al terreno, cominciò a percepire un penetrante odore di selvatico.
Quando si risollevò un lupo lo stava osservando.
La prima impressione fu quella di avere un'allucinazione. Tra il troppo vino, il cibo grasso e la digestione interrotta dal freddo, tra i racconti e la stanchezza, la sua mente gli stava facendo qualche brutto scherzo.
Ma il lupo restava ancora lì, a infrangere queste sue convinzioni.
Un cane randagio?
Andrea si accorse che forse non sapeva realmente come fosse un lupo.
Ma quell'animale rimaneva lì, immobile, a osservarlo.
“Non facciamo cazzate, d'accordo?” sussurrò senza controllare la razionalità delle proprie azioni.
Il lupo mosse appena appena il muso nella sua direzione, ...
... iniziò ad annusare il terreno di fronte e rialzò il muso abbassando le orecchie.
“Che c'è? Che vuoi da me?” bisbigliò ancora l'uomo, in tono accomodante, percependo segnali di sottomissione da parte della bestia.
Amava gli animali e avrebbe sempre voluto un cane, un compagno. Sicuramente uno che non avrebbe dovuto capirlo e che non gli avrebbe chiesto conto di nulla.
Ma che centravano ora questi pensieri?
Il lupo, o. insomma, quel cane o qualunque cosa fosse, era sempre lì a fissarlo. Anzi si era avvicinato e sembrava che lo stesse annusando. La coda oscillava lentamente.
L'animale sporse ancora il muso sussurrando un alito caldo.
Andrea fu preso dall'istinto di accarezzarlo, ma sapeva che sarebbe stato un gesto incauto.
Alzò lentamente la mano per non spaventare la bestia, osservando che invece questa abbassava il muso e si protendeva verso di lui.
Iniziò un sottile mugolio, mentre il corpo si abbassava protendendosi ancora nella sua direzione.
Tra un mugolio e l'altro, il canide sembrava sospirare qualcosa, ma nessun suono riusciva ad emettere se non quel gemito mansueto. Ogni tanto distoglieva lo sguardo, volgendo l'attenzione ai particolari intorno all'uomo.
Andrea ruppe gli indugi e allungò la mano verso la sua testa, grattandolo tra le orecchie.
L'animale gli si avvicinò abbassando ancora di più le orecchie con un acuto sibilo.
Emise ancora un sussurro, ma questa volta ad Andrea parve di riconoscere una frammentazione del suono: “Jiyū ...