La fioraia
Data: 11/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: FIREFORCE52, Fonte: Annunci69
Tu non immagini quanto sia porca, ma non adesso e non questa sera. Ti chiamo io”.
La conobbi per caso nel parcheggio situato sotto la mia abitazione. Vidi che scaricava un'infinità di buste dalla sua monovolume e pensai ad un gesto di cortesia offrirle una mano d'aiuto.
Appena vicino, mi colpirono subito il suo viso, solcato da rughe evidenti di femmina matura e le abbondanti tette che mamma natura si era sprecata nel donare al suo corpo.
Lei di fronte al mio gesto, rimase un attimo interdetta, ma accettò di buon grado, e mi fece cenno di seguirla.
Davanti a noi una scala irta e tortuosa ed io, la invitai a precedermi.
Mi girò' le spalle per cominciare la salita ed io rimasi a bocca aperta nell'ammirare il suo bel culo grosso ad un passo dal mio naso.
Indossava una maglietta aderente, con un'ampia scollatura, a V, sul davanti che lasciava poca immaginazione sul reale contenuto e un pantalone di pelle che racchiudeva tutto di quanto più eccitante desiderasse un uomo
Arrivati in cima tra una chiacchiera e l'altra mi confidò di essere sola e Vedova e un'improvvisa libidine s'impadronì del mio corpo.
Chi almeno per una volta nella vita, non ha desiderato un'avventura con una donna, vedova, formosa e ancora piacente e il sol pensiero di averla lì di fronte a me mi mandava in fibrillazione.
Tentai in ogni modo, di prolungare il discorso per saperne di più sulla sua vita e suoi interessi.
Mi confidò di avere due figlie sposate, e che in quel ...
... periodo, alloggiava con una delle due, in attesa del restauro del suo appartamento.
Il tempo scorreva veloce e nessuno dei due sembrò accorgersene, quando ad un tratto fummo interrotti dallo squillo di un cellulare, proprio mentre mi accingevo a chiederle quale fosse il suo nome.
Un'esclamazione improvvisa, un'imprecazione e di lì a poco, la vidi scappar via.
*Ho dimenticato di prelevare mio nipote da scuola", mi gridò mentre correva.
Ehi ma come ti chiami? La spesa la lasci qui a terra?
Feci appena il tempo a scrivere il suo numero di cellulare gridato a gran voce, mentre la vidi catapultarsi giù dalle scale e volare via col vento.
Nei giorni seguenti non mancai di farle un whatsapp ricco di complimenti per la destrezza con cui fosse riuscita a svanire lungo le scale senza rompersi una caviglia e mi dilungai con gran gioia per la sua vanità, nel formularele lusinghieri apprezzamenti, per quel suo fisico ancora piuttosto avvenente.
Che tette!!!! E che culo. Quella donna, dalle forme generose era diventato il mio sogno erotico, tanto che ogni volta che ci pensavo mi veniva così duro al punto di crearmi imbarazzo, quando mi trovavo in compagnia.
Cercai di dominarmi e non la chiamai per un paio di giorni, ma una sera lo squillo del cellulare mi destò dal mio torpore. Riconobbi la sua voce dall'altro capo del telefono, quando pronunciò il mio nome.
Si scusò anzitutto della fretta di qualche giorno prima e man mano che la conversazione procedette continuò a ...