Punti premio alla stazione di benzina
Data: 10/03/2019,
Categorie:
Voyeur
Autore: LXIX, Fonte: EroticiRacconti
... libera la faccia dalla sua mano profumata di succo di sorca e sparisce dentro il bar, lasciandomi lì, col cazzo ritto dentro i pantaloni e un gusto di fica e Camel in bocca.
Mi riprendo un attimo quando mi suona il cellulare. È un mio cliente che mi sta chiamando. Se ne vada affanculo, penso, e non lo considero. Entro invece dentro il bar, quando la mia erezione si è un poco attenuata, però non la vedo. Non c’è proprio nessuno e di quella diavola bollente tutta da scopare manco l’ombra.
Me ne vado, straniato e in un certo senso sconfitto, e quella sera a casa mi son dovuto tirare due seghe. La prima immaginandomi di schizzarle i piedi, l’altra (dio mio non mi scendeva più quella sera il cazzo) mentre la montavo sul bancone del bar facendo venir giù, mentre la sbattevo, tutta la fila di gratta e vinci esposti lì sopra.
Nei giorni seguenti ho cominciato a tornarci regolarmente in quella stazione di benzina. E ogni volta, appena arrivavo e parcheggiavo, non sentivo più puzza di gasolio. Ah no. Prima di entrare nel bar mi annusavo invece le dita immaginandomi fossero cariche di odore di fica, ecco.
Ma non successe più nulla d’interessante per me.
Lei era sempre molto sulle sue e molto schiva tutte le volte, sempre con quel suo sguardo stanco e assente da chi ha chiavato tutta la notte precedente, porca troia se lo aveva fatto, oh sì!! Una volta però mi dicesi che dovevo rompere il ghiaccio, mi faceva troppo impazzire quella ragazza e poi cristo quella mano alla ...
... fica che mi aveva strofinato in faccia meritava vendetta!!
E proprio quando m’ero deciso a parlarle, provare insomma un approccio, ecco, proprio quel giorno successe tutto.
Arrivai poco prima di pranzo e parcheggiai vicino un Daily Iveco da muratore. Prima di entrare nel bar me ne fumai una seduto sulla solita sedia Algida, ma questa volta su quella dove c’era stata lei la prima volta. Mi venne in mente allora di annusarla, quella sedia, per testare se fosse pregna della sua fica. Poi ragionai: sicuramente dopo quella volta potevano essersi sedute altre persone, come me in quel momento, e lasciai allora perdere. Me ne stetti invece lì a finire la mia Camel quando vidi arrivare sul piazzale una Panda bianca e da quella scendere proprio lei, quella benedetta maldetta fica bollente!
E porco di un dio cosa indossava quel giorno con il termometro che segnava trenta gradi? Aveva una leggera gonnellina bianca che le lasciava agevolmente filtrare in mezzo alle sue cosce la poca aria che spirava sulla Pianura quel giorno. Mi passò accanto e giuro su dio (cazzo, com’ero ridotto da far schifo), ricordo annusai l’aria seguendo la sua scia. Un tentativo (misero e inutile) di sentire il suo aroma di sorca.
A che razza di gioco stava giocando come me quel diavolo???
Entrai bello deciso con il cazzo che già mi prudeva e con mia gioia la ritrovai come la prima volta (anzi la seconda, la volta della mano in faccia insomma). Quel giorno, contrariamente a tutte le altre volte, si ...