1. Senza Pietà cap. 1


    Data: 08/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... immobili, in attesa.
    
    Arrivarono in moto. Nonostante il caldo indossavano tutte e tre stivaletti e pantaloni di pelle, neri e sopra dei giubbotti anch’essi di pelle nera, il casco in testa. Si vedeva male, ma Sydney avrebbe giurato che sotto il giubbotto avessero solo un reggiseno, anch’esso di pelle. Era la loro divisa. Volevano apparire sexy e aggressive, dominanti. Fecero un giro del piazzale, rombando e squarciando l’oscurità con i fari delle moto, poi portarono le moto in uno dei magazzini, quello dove stava Sarah, e ritornarono, in due, nel piazzale. Non indossavano più i giubbotti e neanche i caschi, la terza era rimasta dentro, probabilmente la droga era lì. Una era piccola e magra, ma il reggiseno conteneva due belle pere, si muoveva agile e rapida. Doveva avere sui venticinque anni, un visetto pallido da troia reso ancora più evidente dal trucco dark, occhi truccatissimi di nero e una boccuccia imbronciata da viziosa e grande pompinara. Un bel caschetto di capelli corvini la facevano apparire ancora più dark. L’altra era una bionda molto più grande di età, forse sui quaranta, ma molto ben tenuta, formosa e con due tette belle grosse, sembrava una gran puttanona, un po’ volgare, ma sicuramente aveva non pochi ammiratori. Erano dure e grintose, ma belle. La moretta sembrava la capa, era la più giovane, era donna, ma appariva sicura e decisa, sembrava non avesse paura di niente, il suo sguardo saettava da una parte e dall’altra del piazzale. Era decisa, incuteva ...
    ... timore. I primi clienti iniziarono ad arrivare, a piedi, alcuni strascicando i piedi, altri più sicuri. Il cancello era semichiuso, le moto potevano passare, ma una macchina no e comunque doveva essere quella la modalità che avevano imposto: a piedi e uno alla volta. Sydney attese, non dovevano essersi accorte di Sarah altrimenti non sarebbero rimaste lì. Scattò un bel po’ di foto, li vide contrattare, pagare e incassare, ma non vide mai bustine di droga. I clienti dopo che pagavano andavano dentro il magazzino, uno solo alla volta, e quando uscivano si allontanavano rapidamente con niente in mano. Era ora di intervenire. Sydney si sollevò in piedi sul terrazzo e gridò – fermi, polizia! – Poi saltò nel piazzale con grazia. Era un salto di più di due metri, ma Sydney atterrò sul selciato come una ballerina rimanendo in piedi e la pistola puntata. I clienti si dileguarono in un attimo, le due delinquenti scattarono verso il magazzino per prendere le loro moto, ma si trovarono davanti Samantha, mentre Ziva lasciava passare l’ultimo spaventato cliente e poi chiudeva il cancello, da lì, almeno in moto, non sarebbe uscito nessuno. Sydney era castana, con i capelli lunghi alle spalle, ma quando operava, come in quella circostanza, li raccoglieva a coda di cavallo con un elastico. Era atletica, ogni mattina faceva un’ora di corsa e un po’ di sollevamento pesi. Un bel corpo sotto il quale guizzavano muscoli duri e scattanti. Sydney aveva appena festeggiato il trentesimo compleanno ed era ...
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