1. Una fiaba da “Le 1001 notti”


    Data: 07/03/2019, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... tempo. Ora portava i sari smessi che le sorelle avevano abbandonato. Erano stoffe di pregio, riccamente ornate di preziosi ricami. Erano solo un pochino logorati dall’uso, ma neanche tanto, e possedeva soltanto qualche gioiello che aveva ereditato dalla madre. Anche Hari non si era mai sposato. Essendo il terzo figlio difficilmente sarebbe potuto succedere al padre ed ai fratelli. Però era diventato il comandante delle guardie del palazzo, poiché era diventato un abile guerriero con la spada e l’arco. Dopo aver cenato, Hari aveva l’abitudine di passare il resto della serata nel quartiere delle donne e non per giacere con una delle concubine; non ne aveva mai sentito il bisogno. Trovava rilassanti le risate e i giochi dei bambini. Ma c’era una cosa in particolare che aspettava quasi con ansia: il momento in cui tutte le donne si sarebbero ritirate e i bambini erano a letto a dormire. Era solo quello che aspettava, perché così poteva parlare con Maya senza che li disturbassero. Era calato il sole già da molte ore, tanto che la luna, alta nel cielo, illuminava il giardino del quartiere delle donne. Hari era seduto sul bordo della fontana, al centro del giardino, e stava aspettando che Maya lo raggiungesse. In quei momenti sentiva il suo forte cuore battere veloce. Si sentiva sempre emozionato per quei attimi di attesa. Un debole fruscio di stoffe lo distrasse dai suoi pensieri. Hari alzò lo sguardo e la vide arrivare. Lo stupiva sempre la sua bellezza. Era forse l’unico in tutto ...
    ... il regno che trovava che Maya fosse una stupenda ragazza. Certo, essendo relegata nel palazzo nessuno la poteva vedere, ma nemmeno suo padre e i suoi fratelli ritenevano che lei potesse suscitare l’interesse di un uomo. Maya aveva dei lunghissimi capelli scuri che le scendevano ben oltre la base della schiena e luminosi occhi verdi, di un verde così intenso come lo sono i prati di montagna dopo il disgelo. Le sue orecchie ed il suo naso erano impreziosite da raffinati gioielli. Alle sue braccia sottili tintinnavano delicati bracciali. Maya si avvicinò al fratello e si sedette accanto a lui sul bordo della fontana. — Oh, finalmente dormono tutti — disse con un profondo sospiro. Poi si misero a parlare. Parlavano di tutto ciò che veniva loro in mente, un piccolo insetto che aveva spaventato uno dei bambini, un cavallo che si era ammalato e che avevano dovuto abbattere, un uccello che aveva fatto il nido su una delle torri. Tutto ciò che veniva loro in mente era oggetto di discussione. Passavano ore e ore, a parlare. E ogni volta che Hari doveva tornare nei suoi appartamenti, gli si spezzava il cuore di dover lasciare lì la sorella. — Ora devo andare, Maya. È tardi e tu hai bisogno di riposare. Lo vedo che sei stanca. È impegnativo occuparsi di tutto, come fai tu. Anche a Maya dispiaceva lasciare andare il fratello. Lo amava davvero ed il suo cuore piangeva sempre quando lui se ne andava. — Resta ancora un po’, Hari. Lo sai che mi piace la tua compagnia. Perché non facciamo una ...
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