Finalmente troia
Data: 24/02/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Astri, Fonte: Annunci69
... desiderava da tempo.
Mi avvicinai al suo viso e la baciai, per rassicurarla, per farle sapere che la perdonavo, non solo per quello che stava facendo ora, ma anche perché mi aveva mentito, magari inconsapevolmente, ma mi aveva mentito, perché quelle carezze sul seno da parte di Oscar le aveva notate e le erano piaciute, da sempre.
Le presi l’altra mano e gliela misi sul cazzo di Oscar. Lei cercò di divincolarsi, ma senza troppa convinzione, e le tenetti con forza la mano sopra il pacco già gonfio e duro. Alla fine cedette e si lasciò guidare nel cercare la consistenza del cazzo di Oscar da sopra i Jeans e nell’accarezzarlo per tutta la lunghezza; quando iniziò a stringerglielo sempre più forte le lasciai la mano e lei continuò, mentre i gridolini sempre più ravvicinati e forti ci palesavano il suo prossimo orgasmo.
Oscar emerse da quel tripudio ansimante di carne; per un instante si guardarono dritti negli occhi e io ebbi la sensazione che si sarebbero presto baciati, forse se non fossi stato presente lo avrebbero fatto. Invece si sbottonò i pantaloni, li abbassò freneticamente facendoli scorrere sui fianchi e posizionò le mutande a mezza coscia, liberando completamente il cazzo.
Senza attendere, Doriana lo prese in mano ed inizio a masturbarlo con l’attenzione che lui le volte scorse aveva dedicato alle sue bocce. Oscar adagiò la schiena sul divano e sospirando chiuse gli occhi. Lei mi guardò, lo stesso sguardo precedente, era una richiesta di perdono, ma allo ...
... stesso tempo mi chiedeva il permesso, o addirittura di farle una richiesta, una richiesta per una cosa che non si poteva evitare, che doveva comunque concludersi così, la richiesta di prendergli in bocca l’uccello, di farlo godere e di godere davanti a me.
Rimasi impassibile. Non le volevo dare alibi, se aveva voglia di fare un pompino al suo amico non avrebbe dovuto farlo per me. Avrebbe dovuto essere una sua scelta, una scelta libera, dettata dalla voglia di avere in bocca un altro cazzo, un cazzo diverso dal mio, il cazzo di un altro uomo, e accettarne le conseguenze, da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima, che il chiamarla puttana sarebbe uscito dal mondo delle nostre fantasie per diventare una realtà, sarebbe diventata finalmente una troia.
Mi guardò ancora a lungo, poi decise, si abbasso su Oscar e fece scivolare l’asta dentro la sua bocca.
Si tirò su, e torno giù, tenendogli le palle in mano, il tutto molto lentamente. Fu un pompino timido, intriso di vergogna, senza quella smania e quell’ardore che usava con me e che in altri tempi avrei visto su altri. Andava su e giù con una lentezza esasperata, a volte faceva uscire la cappella dalla bocca, per concludere la succhiata con un bacio e poi tornava piano ad ingoiarlo tutto in una maniera leggera, dolce.
Su Oscar stava facendo un buon effetto, perché i suoi sospiri si fecero sempre più frequenti, fino a che diventarono grugniti, infine, inarcando la schiena divennero rantoli. Spinse più ...