1. 011 scena madre


    Data: 03/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... e struggente, e si inchinò quasi come se fosse d'innanzi ad un pubblico acclamante.
    
    Poi… Poi si ricompose, irta, inspirò rapita con una mano posata sul diaframma, e si guardò intorno.
    
    Ciò che vidi dopo mi lascò senza parole.
    
    "Un Deux Trois" pronunciò di scatto eseguendo tre ampi passi.
    
    Ma cosa fa, mi dissi io.
    
    Poi si accosciò tra due colonne come un samurai, poi sollevò la gamba, via la veste dalla coscia, e scosciata scorreggiò paurosamente.
    
    Ma che cazzo fa! Mi dissi ancora basito.
    
    Ma non fu tutto.
    
    Dopo la loffia balzò sull'attenti, si voltò con un altro balzo, fece un saluto militare e poi di nuovo " Un Deux Trois ", su la gamba, olè, prrrr, scuregia.
    
    C'era da non credere.
    
    Si accesero le luci. Indietreggiai per nascondermi nella penombra sicura di una nicchia alle mie spalle.
    
    Mamma ricompose il vestito, diede due colpetti di tosse, riassettò l'abito e congiunse le mani come in una misurata attesa.
    
    Udii i passi del direttore che le si avvicinò. Era seguito da un ragazzo il quale evidentemente aveva trascorso l'intera notte in balia del vecchio. Il povero ragazzo aveva il volto imbrattato di una scura sostanza viscida, e pareva si fosse ripulito alla meglio.
    
    - Buongiorno madame
    
    - Buongiorno a lei direttore, oggi è il grande giorno, non è così? Santo cielo ma questo ragazzo ha mangiato del budino?
    
    Il direttore nascose dietro di sé il ragazzo e poi lo ingiunse di congedarsi.
    
    - Prego madame, prego da questa parte.
    
    - Direttore ...
    ... lei non ha idea di come mi senta felice in questo luogo. Oggi è un grande giorno. Il giorno della cagna.
    
    Il grande giorno?
    
    Ecco, ci siamo mi dissi con voce tremula. Da che parte andava la mia vita, ero forse alla fine o forse sarei finito risucchiato dall'orice del mio destino?
    
    Mia madre era venuta tra i monti per gestire personalmente la mia estromissione dall'istituto e a garanzia che io non facessi più ritorno in famiglia, a Roma.
    
    Corsi in camera, ebbi freddo e mi inoltrai nei meandri delle mie coperte disfatte. Mi capita così, di provare un grande freddo e sonno quando mi assale la paura.
    
    Il risveglio fu dei più terribili.
    
    La porta si spalancò di scatto alle undici del mattino, e nella stanza entrò il professore di nuoto seguito da tre allievi muniti di sacchi di plastica.
    
    Aprirono gli armadi e i cassetti, il professore levò via le coperte e mi trascinò nel bagno della mia cella ove mi voltò alle piastrelle e mi ficcò la minchia.
    
    Io, innamorato di quell’uomo, ignorando la sua brama, mi affettai a dirgli che non ero in ordine, che da giorni non eseguivo i clisteri mattutini e che…
    
    Non vi fu verso…Si accanì a schiacciarmi contro il muro e a rovesciare nel mio stabbio melmoso la viscida sostanza testicolare.
    
    Poi mi fece inginocchiare tra la tazza ed il lavandino.
    
    Ero atterrito, guardavo tra le gambe del mio professore quei tre ragazzi intenti a prelevare le mie poche cose che buttavano infondo ai sacchi di plastica.
    
    Il professore mi prese il ...
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