-
Intervista a una trans - 2
Data: 26/02/2019, Categorie: Trans Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69
Il culo mi bruciava, già camminare era una sofferenza, figurarsi se mi fossi messo a sedere. Così, muovendomi a piccoli passi, me ne andai nella mia stanza e mi sdraiai sul letto a pancia in giù. Da lì a poco me lo trovai vicino al letto. - Ti fa male? - Sì, e come vedi non sto piagnucolando. - Fammi posto. Mi spostai più al centro nel letto e si sedette. - Be! Fammici dare un’occhiata E dicendolo prese a spostare gli slip e io facilitai l’operazione alzando il bacino dal letto. - Il tuo culo sembra un bouquet di rose scarlatte. Ora ti spalmo questa crema e il bruciore diminuirà. Spremendo un tubetto di crema fece uscire un po' di prodotto su due e tre punti delle mie chiappe, con delicatezza iniziò a spalmarlo e poi a massaggiarmi. Il beneficio fu immediato. - Per un paio di giorni soffrirai un po' a stare seduto, poi ti passa e sarà di nuovo pronto per l’uso. Non seppi cosa rispondergli. - E ridi! Quando c’è il desiderio, anche il dolore può dare piacere, e finisce che te lo vai a cercare. Mi aveva letto nel pensiero, aspettavo che si interessasse a me come aveva già fatto, con le manate al culo e le strizzate ai capezzoli. Con questa sculacciata mi sembrò avesse superato i limiti, ma con tutta probabilità, fu perché era stata la prima. Dopo un paio di giorni, come mi aveva preannunciato, il rossore si attenuò fino a doverne cercare qualche residuo qua e là sulla mappa del culo. Così un pomeriggio, muovendomi per casa con solo gli ...
... slip, come oramai facevo forse anche per provocarlo, avendomi a portata di mano, mi infilò da dietro quattro dita nelle mutande e disse. - Fermati e fammi vedere se sei pronto. - A cosa? - A un’altra ripassata. - Senza neanche la motivazione? - Se ritieni indispensabile considerare la sculacciata una punizione per una tua mancanza, mi adopererò a trovarne una. - Altrimenti? - Altrimenti ne facciamo una questione di gusti, io provo piacere a darle. Tu, provi piacere a prenderle? Chi tace acconsente e io tacqui. Senza mollare la presa per le mutande, mi portò in bagno per vedersi e farmi vedere, riflesso negli specchi, il trattamento a cui stava per sottomettermi. Vi portammo un mobiletto con un piano di appoggio abbastanza alto che, messaci sopra la pancia, mi faceva tenere i piedi sollevati da terra, la cosa mi permise di allentare tutti i muscoli e rilassarmi. Per verificare che lo fossi, mi poggiò la mano sul culo e mi diede una scrollatina, il tremolio dei muscoli gli diede la conferma che ero rilassato. Lui mi stava di fianco e guardava nello specchio. Ci eravamo moltiplicati, le immagini venivano riflesse e rimandate. Quando la mano calò la vidi riprodotta in tante immagini ma il dolore lo sentii solo io e per reazione contrassi i muscoli e scalciai, come una rana, e a bocca serrata emisi un rantolo. Nei suoi occhi inchiodati ai miei, ci vidi una strana dolcezza che non gli impedì di assestarmi una seconda manata e un’altra ancora. Poi con la ...