1. La ragazza troppo bella - Parte 8


    Data: 17/02/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    ... giovani quanto lui. Stavano giocando a playstation. Sul tavolo, c'erano diverse bottiglie di birra e stavano fumando marijuana. Incredibilmente, mio fratello appena mi vide fece "Eccola qua la zoccola". I suoi due amici risero. Erano ubriachi e drogati. La prima cosa che feci fu di andare verso il televisore. Usando tutte le due braccia, lo afferrai e lo staccai violentemente dal supporto e braccio prima di scaraventarlo a terra urlando "Questo è mio!". Mio fratello fece per avventarsi su di me ma Luigi si mise in mezzo e lo bloccò. Fortunatamente, mio fratello non era un ercole, e cominciò ad insultarmi ed a gridare mentre placidamente andavo a svuotare il frigo, le mensole della cucina, il guardaroba. Portai tutte le cose sue nel soggiorno nel giro di mezz'ora mentre stava ancora urlandomi parolacce di tutti i tipi. Qualche minuto dopo, la polizia bussò alla porta. Gli amici di mio fratello fecero sparire delle bustine di erba sul tavolo ed i mozziconi delle canne ed immediatamente se ne andarono. Mio fratello si precipitò verso di loro tentando si spiegare che sua sorella era una strega ed una zoccola. I poliziotti lo calmarono e chiesero di ascoltare le diverse voci. La casa era al mio nome. Mio fratello nemmeno aveva la residenza. I poliziotti lo pregarono di andarsene. Lui mi guardò "Ma veramente stai facendo?". Si era calmato, aveva compreso di non essere più in posizione di forza. Non mi fregava assolutamente della riconoscenza, ma del rispetto si. Non ne aveva per ...
    ... me cosi come gli uomini che mi avevano rapito e violentata non ne avevano. Mio fratello face e disse le cose più cattive che potesse in quel momento. Chiamò mia madre in vivavoce e non fecero altro che insultarmi a vicenda. I poliziotti erano ad aspettare che se ne andasse. Mio fratello raccoglieva le sue cose una alla volta con una lentezza esasperante. Ad un certo punto fece per andare ad aiutarlo ma i poliziotti mi fermarono. Pensai a prendere le chiavi che erano attaccate dietro la porta e feci mente locale per ricordare se ce ne fossero altre. No. Erano chiavi particolari, cifrate, impossibili da riprodurre. E poi, avrei parlato col portiere e cambiato la combinazione dell'allarme. Mio fratello finalmente se ne andò, i poliziotti seguirono a ruota, e rimanemmo solo io e Luigi. Luigi, guardando il televisore a terra disse: "Peccato". Lo guardai, e mi misi a piangere. Quando scendemmo, mio fratello era per strada. Aspettava me. Aveva cambiato atteggiamento. Era disperato. Non sapeva dove andare. Il mio supporto per lui era indispensabile, altrimenti, non so cosa ne come avrebbe fatto. Tra la casa ed i soldi delle bollette, aveva poche spese e poteva vivere una vita decente. Ora non più. Lo aveva dato per scontato, aveva abusato. La mia non era una punizione, tantomeno giustizia, semplicemente, era logica e normalità, forse, per il cinismo in più. Mio fratello mi pregò di perdonargli. Per la prima volta, lo senti profondersi in scuse. Non erano sincere, erano dettate dalla ...
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