1. La ragazza troppo bella - Parte 8


    Data: 17/02/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    ... cercata? Una domanda che mi feci a lungo alimentando il rancore nei confronti dei miei genitori specialmente e della mia famiglia in genere. Non avevano accettato la mia scelta di vita in base alla loro vita. Un atteggiamento egoistico ed ignorante. Dopo quegli anni e quel nefaste evento che mi capitò, persi la speranza di ricucire, anzi, cominciai a provare rabbia. E quella rabbia mi rese un altra persona. Educata, ma distante. Io che non avevo mai fatto uso di una frustra in mia vita, mi ritrovai amante del dolore inflitto. Forse per quello ricevuto, non saprei, solo è che diventai cosi. Con tutto il mio bagaglio precedente, con uno in più. Forse non sarei arrivata nemmeno a questo se non fossi stata chiamata dal portiere di Elena che aveva il mio numero di cellulare. Glielo diedi io una volta che accompagnai Elena a casa dopo un breve soggiorno in ospedale per un intervento benigno. Non si sa mai. Risultò utile. Lui mi chiamò perché non sapeva dove mettere la roba di Elena. L'appartamento doveva essere liberato. Mi misi d'accordo con lui che organizzò il tutto. Feci andare i mobili nella casa che era ancora mia dove viveva mio fratello, ed il suo guardaroba da me. Fui davvero sorpresa di quanta roba ci fosse. Dai vestiti costosi a quelli particolari... C'erano almeno un centinaio di frustra, altrettanto plug di cui alcuni in avorio, vestiti di pelle di tutti i generi e gusti, scarpe di tutti i gusti, vibratori di tutte le dimensioni, aggeggi di cui non capivo l'utilità ma ...
    ... indovinavo che servissero nel contesto sessuale. Ero incuriosita da tutta questa roba. La sera, davanti allo specchio, spesso mi vestito di pelle, prendevo la frustra in mano, mi masturbavo. Provai pure le manette ed andai in panico quando per un momento non riuscì ad aprirle. Successe per caso il momento giusto. Alberto mi chiamava sempre più spesso. Non mi interessava per niente. Non aveva soldi, non poteva cambiare il mio destino. Ma un giorno che mi chiamò fece delle allusioni su manette e cose del genere. Furbamente, nei giorni seguenti, lo spinsi a parlare. Cosi seppi che lui era un "slave". Un termine brutto considerandone il significato nel passato, ma quasi corrispondente alla realta dei fatti. Lo schiavo ha la vita dedita al suo padrone, ma tutta la vita. Invece, qui, era in un contesto ben preciso, limitato nel tempo e nello spazio. Gli schiavi vogliono contare attraverso qualcun'altra. Generalmente, le loro posizioni ed i loro statuti sociali non gli permettono di compensare le emozioni. La vita è una perfetta bilancia di tutto. Il si, ed il no vanno di pari. L'adorazione va di pari con l'umiliazione. Alberto era un uomo a cui si diceva sempre si, che dava ordini a centinaia di persone, uno a cui non si rifiutava un posto in un ristorante affollato. Aveva potere, meno soldi, ma lo facevano contare costano che lui aveva bisogno di ridimensionarsi. Attraverso 'umiliazione, la dedizione totale, il dolore. Me lo aveva confessato. E ciò i aveva eccitato. Passai sere e ...
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