1. Lo scambio bendato (e separato): la vietnamita


    Data: 14/02/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69

    ... fuggirono dal loro paese negli anni Settanta. La ragazza era asiatica. Era vietnamita; i vietnamiti sono molto simili, perlomeno a uno sguardo occidentale, ai tailandesi. Le loro donne sono minute e ben proporzionate come bambole preziose. La loro pelle è liscia, i loro occhi sfavillanti di mille scintille, misteriosi ed esotici. E il gusto, beh il gusto delle orientali è ben riconoscibile. Un gusto delicato e zuccherino. Così naturalmente affine ai loro corpi. L’avevo già assaggiato e lo avrei fatto di nuovo quella sera. La bellissima ragazza mi venne offerta su un piatto d’argento, per così dire, dal suo compagno con cui ero in contatto. L’avrei conosciuta, l’avrei baciata, l’avrei posseduta. La volevo, e feci le cose per bene. Come sempre.
    
    Convocai Malika. Malika era una giovane maghrebina che frequentavo da alcuni mesi. Fra noi c’era una bella amicizia. Eravamo stati compagni di avventure erotiche. Ma anche di bei momenti assieme, fra un cinema e una serata a coccolarci. Eravamo amici. Di quell'amicizia speciale fra uomo e donna in cui il sesso trova naturalmente la sua dimensione. Con onestà e trasparenza non la presi mai in giro; fui sempre sincero con lei. Le donne, ho scoperto che non è un luogo comune, amano la verità. Amano la sincerità. Proprio perché troppe volte noi maschi mentiamo, omettiamo, nascondiamo, lasciamo spazi di non-detto le donne adorano l’uomo sincero. Perfino quello brutalmente sincero. Le donne non sono esseri soprannaturali da porre su un ...
    ... piedistallo come un soprammobile. Sono fatte di carne, di umori e di desideri. Esattamente come lo siamo noi seppure lo manifestino in modi diversi. La sincerità paga sempre. Quando chiamai Malika e le raccontai la serata che si stava organizzando, ne restò entusiasta. Aveva fiducia in me come io ne avevo in lei, che si era sempre dimostrata un’amica leale e una compagna di giochi magnifica.
    
    Arrivò per prima, mentre l’emozione in me cresceva ogni minuto. Ci sedemmo sul divano a baciarci, a chiacchierare, a bere assieme. Cercò di mettere le mani sul mio cazzo, ma le dissi, sorridendo diabolicamente, che non era ancora arrivato il momento. Come sempre era bellissima. La naturale eleganza delle donne arabe si sposata con il suo vestito nero, gli stivali lucidi e le autoreggenti. Si era come sempre cambiata a casa mia. Arrivò l’SMS: “siamo usciti dalla metro ora”. Li immaginavo camminare lungo la strada silenziosa, il rumore dei loro passi risuonare lungo il selciato. Ogni istante li avvicinava a noi. Poi li udimmo salire la stretta e cigolante scala condominiale che li avrebbe condotti al nostro uscio. Potevo quasi ascoltare il mio stesso battito. Il mio cuore pompava sangue, pompava adrenalina, pompava un cocktail misterioso di ormoni che mi facevano sentire vivo e vibrante. Quando li sentii parlottare bassa voce dietro la porta presi la benda e coprii gli occhi della mia complice. Dietro il pannello di robusto legno sapevo che il mio complice stava facendo esattamente la stessa ...
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