1. La Clessidra - Terzo


    Data: 12/02/2019, Categorie: pulp, Autore: vengeance, Fonte: EroticiRacconti

    I furgoni avevano viaggiato almeno per venti minuti. Quando le portiere si aprirono Rodolfo si ritrovo' in un parcheggio sotterraneo, e non c'era traccia della moglie e delle figlie.
    
    Non riconosceva quell'edificio, non aveva idea di dove fosse.
    
    Le guardie lo fecero saltar giu' e lo condussero, porta dopo porta, all'interno della struttura.
    
    «Dove le avete portate?», urlo' agitato mentre due agenti lo trascinavano percorrendo un asettico corridoio con numerose porte a destra e a sinistra.
    
    Si fermarono davanti ad una di queste e lo consegnarono, ammanettato. Nella stanza Rodolfo trovo' Francesca seduta vicino alla parete, su un lato. Una forte luce era puntata su di lei, mentre nell'angolo piu' buio vi erano quattro uomini. Due di loro si fecero avanti per prenderlo in custodia: erano Franco e Manfredi. Con forza lo spinsero a sedersi dalla stessa parte della moglie; poi dal buio si fece avanti Mirone, seguito dall'altro agente che Rodolfo riconobbe essere Stefano. I suoi amici e il suo carceriere erano tutti li', e Rodolfo e Francesca erano alla loro merce'.
    
    «Legato» - prese la parola Mirone - «devo constatare con rammarico che non ha saputo ripagare la nostra generosita'. L'avevamo rilasciata nonostante i pesanti sospetti a suo carico e lei cosa fa? Dopo un giorno aggredisce tre membri della forza pubblica e organizza una fuga dal paese, dopo che le era stato espressamente vietato di allontanarsi.»
    
    Rodolfo non riusciva ad ascoltarlo, guardava la moglie per ...
    ... sincerarsi che stesse bene. «Dove sono le mie figlie?» - grido'.
    
    Stefano allora lo colpi' con un violentissimo schiaffo: «Bastardo, qui le domande non le fai certo tu. Non ti permettere di interrompere il dottor Mirone un'altra volta!».
    
    Francesca urlo' dalla paura.
    
    Mirone gli fece cenno che bastava cosi' e riprese a parlare con la consueta calma: «Le sue figlie sono custodite in una confortevolissima cella. Ce ne occuperemo dopo. Adesso lei invece comincera' a dirci tutto quello che sa della resistenza organizzata. Nomi, luoghi, date e contatti».
    
    Rodolfo fu travolto da un turbine di pensieri. Cosa doveva fare? Come potevano salvarsi? Se avesse venduto la resistenza le sue speranze di lasciare il paese sarebbero andate in frantumi. Doveva cercare di gestire la situazione in qualche modo, di uscire sano e salvo da quella prigionia senza perdere tutto.
    
    Mirone lo incalzo': «Non ha niente da dire? Potremmo chiedere ad altri componenti della sua famiglia. Immagino che sappiano qualcosa... una famiglia cosi' unita come la vostra!»
    
    «Rodolfo, per l'amor del cielo, se sai qualcosa di' tutto!», imploro' Francesca.
    
    «Dottore» - inizio' Rodolfo - «i miei anni nella Resistenza sono finiti con la guerra. Sono un normale cittadino rispettoso delle leggi, non ho contatti e non so nulla. Ho gia' detto tutto quello che sapevo, ieri.»
    
    Mirone lo osservo' pensieroso. «Bene!» - sbotto' - «Mandate un po' di guardie dalle figlie. Questi uomini fanno turni massacranti, hanno pure ...
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