1. Come appresi di un cornino di mia moglie


    Data: 10/02/2019, Categorie: Tradimenti Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    ... lui.
    
    Strano, ma fece scivolare la mano e mi carezzò il culo: era proprio ciò che volevo e la cosa gli fu chiara perché ebbi un brivido che mi scosse tutta.
    
    "Oggi, alle quattro, alla fermata del bus" mi sussurrò all'orecchio.
    
    Non mi diede tempo per rispondere e scese.
    
    Frastornata, giunsi in ufficio.
    
    Me la stavo facendo addosso. Corsi in bagno e constatai di avere lo slip bagnato: non era pipì.
    
    Meno male che, per abitudine, portavo sempre in borsetta un cambio di biancheria per cui tolsi quelle sporche e mi lavai la vagina con acqua corrente.
    
    Ancora mille pensieri, mille dubbi affollavano la mia mente: dovevo andarci? Chi poteva essere? Che mi poteva succedere? Però, su tutti prevaleva quel desiderio, quella voglia che nei giorni precedenti mi aveva sconvolto la vita.
    
    Dell' incontro non era il caso di parlare con nessuno, perché non mi piaceva passare per una puttana.
    
    Ma, in effetti, da puttana mi stavo comportando: come definire, altrimenti, una donna sposata che vagheggiava un rapporto sessuale con uno sconosciuto? Oltretutto portava la fede nuziale, quindi era sposato proprio come me.
    
    In fine una vocina mi disse: "Prova a vedere cosa succede e poi decidi".
    
    Chiesi un permesso di due ore e alle quindici timbrai il cartellino.
    
    La fermata del bus indicatami distava, al massimo, dieci minuti a piedi e, se mi fossi fermata sul marciapiedi opposto, magari avrei potuto vedere da dove usciva.
    
    Una volta sul posto, ebbi una mezz'ora abbondante, ...
    ... per cercare di scoprire qualcosa. C'era una banca, una farmacia però chiusa, una scuola elementare e media.
    
    Sicuramente era nuovo del posto, diversamente non sarebbe passato inosservato e l'avrei notato già da prima.
    
    Camminando avanti ed indietro sul marciapiedi, si era in prossimità dell'ora stabilita e, mentre stavo per attraversare, mi sentii prendere sotto al braccio.
    
    Era lui.
    
    Attraversammo assieme e, quando fummo sull'altro marciapiede:
    
    "Come ti chiami?" chiese con un fare risoluto e passando subito al "tu".
    
    "Teresa - risposi - e tu?"
    
    "Salvo, sono siciliano, sono qua per lavoro" aggiunse.
    
    Camminavamo sottobraccio, quasi ci conoscessimo da sempre
    
    "Vieni, prendiamo un caffè" e, senza aspettare che rispondessi, mi condusse in un bar.
    
    Fortunatamente era una zona che praticavo poco e difficilmente qualcuno poteva riconoscermi, ma, per precauzione, dopo che ci fummo seduti ad un tavolino, indossai un paio di grossi occhiali scuri.
    
    "Hai timore di qualcosa?" chiese.
    
    Non risposi, ma il mio stato d'animo era facilmente intuibile.
    
    Attendemmo che il cameriere ci servisse i caffè ed egli, mentre me lo zuccherava, mi si avvicinò e, in un sussurro, disse:
    
    "Sei una "femmina" meravigliosa, da letto!"
    
    Avrei voluto scappare, ma ero come incollata alla seggiola; non osavo dirgli quello che stavo provando.
    
    Credo che il gorgoglio del mio stomaco fosse distintamente arrivato alle sue orecchie; mi sorrise e mi carezzò una mano.
    
    "Sei sposata, ...
«1...345...11»