Come appresi di un cornino di mia moglie
Data: 10/02/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... come d'abitudine, mi portò il caffè a letto; però, presa coscienza della realtà, mi convinsi che era stato davvero tutto un sogno.
Comunque mi preparai con più cura del solito.
"Non si sa mai - mi dissi - Potrei incontrarlo di nuovo ed è meglio non farsi trovare impreparata". Baciai mio marito, mio figlio ed uscii.
Alla fermata del bus, purtroppo, non c'era.
Ci rimasi talmente male che pensai di marinare il lavoro ed andarmene a zonzo, ma il dovere mi impose altra soluzione.
Ero, in parte, arrabbiata, per cui dovevo prendermela con qualcuno: subito mi sfogai con l'addetto della portineria, che aveva sbagliato a distribuire la posta; poi fu la volta dell'addetto alle pulizie.
Ero davvero inviperita, lo riconoscevo, ma, caro diario, lo sai, sono fatta così!
Il pomeriggio mi recai alla fermata per il ritorno e salii sul bus, facendomi spazio a gomitate tra gli altri passeggeri, per assicurarmi un posto a sedere.
Mancò poco che non svenissi! Egli era seduto lì e, vedendomi, si alzò per cedermi il posto.
Non ricordo cosa risposi: forse, grazie non si disturbi, ma egli non ammise repliche e, nel raggiungere il sedile reso libero, cercai il contatto strofinandomi di proposito con il fianco sul suo braccio.
Poco prima non ero svenuta, ma avevo il sangue in subbuglio.
Egli, invece, nulla... sembrava non essersi nemmeno accorto dell'emozione da cui ero presa.
Senza dare nell'occhio, lo scrutai per bene: sulla cinquantina, alto più di un metro e ...
... ottanta, capelli neri, baffetti sottili e mosca sul mento; elegantissimo, aveva occhi neri sembravano di ghiaccio; insomma il classico "bel tenebroso”.
Ero proprio sfortunata: il bus era mezzo vuoto, per cui non c'era stato nessun contatto, nemmeno per poterlo attribuire alla ressa.
Siamo scesi alla stessa fermata, ma degnandomi appena di un breve sguardo e un saluto, andò via in direzione opposta alla mia.
"Dai - pensai - mi sto creando un film in testa" e, delusa, rientrai a casa.
Non so se fu quella percezione di essere snobbata o se perché non volevo darmi per vinta, sta di fatto che il mio pensiero non smetteva di rivolgersi a lui.
L'indomani mi vestii in maniera più osé: gonna piuttosto corta e una camicetta stretta, che metteva in bella mostra le floride tette.
La fermata del bus era a duecento metri da casa e percorsi quel tratto con passo svelto.
Egli era già lì in attesa del pullman. Lì per lì fui presa da un senso di rinuncia, ma, poi, osai avvicinarmi e, con un sorriso stampato sulle labbra, gli rivolsi il saluto.
"Buongiorno, signora" rispose e, guardandomi, a sua volta mi regalò un sorriso a trentadue denti.
Salimmo sul mezzo e, questa volta, lo sentii appoggiarsi dietro di me.
Non feci un minimo movimento; il cuore era come impazzito, e quel contatto servì solo ad aumentare lo scombussolamento da cui ero presa.
Sapevo che sarebbe sceso prima di me, e, per non interrompere il contatto così insperatamente stabilito, mi mossi assieme a ...